Conte al Parlamento europeo: "Il quesito sulla cittadinanza rischia allontanare la soluzione"

BRUXELLES - "Battaglia giusta ma strumento sbagliato: noi abbiamo lasciato libertà di voto e io personalmente ho votato si, ma chi ha proposto il referendum sulla cittadinanza rischia di allontanare la soluzione". Lo ha detto il leader del Movimento cinque Stelle, Giuseppe Conte, a Bruxelles.
"Il problema è che quella è una battaglia che noi riteniamo giusta ma sul quale c'è stato offerto uno strumento che sin da subito ci ha lasciato perplessi", ha aggiunto Conte. "Lo strumento migliore per noi è lo Ius Scholae dove anche il centrodestra per noi andrebbe sfidato, avete visto infatti che Forza Italia ha una proposta simile alla nostra ma non del tutto integrabile", ha concluso il leader del M5s. "Il Movimento rivendica le battaglie sul lavoro, contro il precariato, sono nel nostro Dna, a prescindere del referendum", ha poi aggiunto parlando degli altri quesiti referendari. "Ora continueremo a cercare una soluzione in Parlamento", ha detto.
"Si preannuncia un giugno di dura battaglia contro il riarmo: non ci possiamo permettere questa follia voluta soprattutto da Giorgia Meloni", ha proseguito. "Daremo battaglia, e domenica saremo in piazza in Sicilia per dire no ai tagli alla sanità", ha affermato. L'aumento della spesa per la difesa al 5% richiesto dalla Nato "è pura follia", secondo Conte.
"Se Giorgia Meloni sottoscrivesse questo obiettivo significherebbe che dovremmo mettere sul piatto all'incirca 100 miliardi, mentre invece stiamo riportando tagli dolorosissimi sulla sanità, sul lavoro e ovviamente su tanti altri fronti che riguardano quelli che sono in concreto i bisogni dei cittadini", ha aggiunto.
"Sul riarmo si sta giocando in Europa una partita strategica cruciale sul destino dell'Unione: non voglio che mio figlio leggendo i libri di storia mi chieda, papà, tu in quel momento dov'eri: oggi c'è un assoluta deficit di politica, oggi l'Europa è afona", ha detto nel corso dell'evento. "L'unica prospettiva che è prevalsa è la strategia militare, che gli stessi militari hanno definito fallimentare e la realtà lo ha confermato", ha poi dichiarato durante l'evento organizzato dagli europarlamentari del Movimento Pasquale Tridico, Gaetano Pedullà e Danilo Della Valle al Parlamento europeo.
"Nel sistema mediatico ogni voce contraria al riarmo è stata bollata come filo-putiniana: ci hanno detto che Mosca sarebbe fallita e cresce di più, che la Russia sarebbe rimasta isolata mentre i Brics sono arrivati a 12 partner", ha osservato. "Si sta giocano una partita economica che va oltre al torto e la ragione: nessuno ha sposato la prospettiva russa, e c'è stata una aggressione che abbiamo sempre condannato", ha sottolineato. "Ma non si può dimenticare che l'allargamento della Nato è sul piatto nei rapporti con la Russia", ha aggiunto.
"Stiamo passando dal Green Deal al Military Deal: penso alla Germania dove fabbriche che producono macchine poi produrranno carri armati, ma se noi oggi sposiamo questa visione il Pil magari crescerà non secondo il modello sociale, ma sulla base di una economia di guerra", ha detto il leader del Movimento 5 Stelle intervenendo all'evento.
"Ma se di fronte a una transizione che ha un costo, invece di sostenerla con debito comune vai a una economia di guerra, dopo alcuni anni, devi fare un'altra ristrutturazione industriale: oppure punti sempre sull'escalation militare, con minacce e contro minacce, e poi come giustificheremo davanti alle opinioni pubbliche questi investimenti se le minacce non si riveleranno vere?", ha chiesto in maniera provocatoria. "Continuando così la guerra arriverà, e l'incidente può sempre accadere", ha avvertito.
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