Tra il 2017 e il 2021 abbiamo perso il 12% dei nostri bar

Chiuse 433 attività di impresa di «bar e altri esercizi simili senza cucina»: nel 2021 se ne contavano 3.175 nel Bresciano
Diminuisce la presenza di bar nella nostra provincia
Diminuisce la presenza di bar nella nostra provincia
AA

«Al bar si muore». Così titolava una canzone di Gianni Morandi, un brano riflessivo che invita a pensare non solo a se stessi, ma anche agli altri e a non restare inerti verso i problemi del mondo che, allora, nel 1970, erano riferiti alla guerra in Vietnam. Oggi c'è ancora guerra ma a morire, oltre alla vittime del conflitto, ci sono i bar.

In pochi anni, diciamo da prima della pandemia al 2021, in provincia di Brescia, questi luoghi di commercio, certo, ma anche di socialità si sono ridotti del 12%, con la chiusura di 433 attività di impresa di «bar e altri esercizi simili senza cucina».

I bar nel Bresciano

Nel 2021, stando ai dati della Camera di Commercio, sono 3.175 le attività di impresa identificabili come bar in provincia di Brescia. Erano 3.608 nel 2017. Il calo, -433 imprese, è anche effetto della pandemia ed interessa la maggioranza dei Comuni bresciani, grandi e piccoli.

In 126 Comuni, sui 205 della provincia, il saldo tra il 2017 ed il 2021 presenta un segno negativo che in una settantina di casi è nell'ordine dell'una o due unità. Un saldo negativo che, in molti piccoli centri rappresenta un riduzione importante che azzera da presenza dei bar, come nel caso di Ono San Pietro, Paisco Loveno, Treviso Bresciano, Magasa e Brandico.

Considerando i centri in cui si contano 6 e più chiusure si evidenziano una ventina di centri nei quali l'incidenza sale nettamente oltre il dato medio provinciale (-12%) nel caso di Pavone del Mella (-6, -50%), Castrezzato (-9, -42,9%), Travagliato (-13, -39,4%), Coccaglio e Roncadelle (-8, -29,6%), Castenedolo (-7, -29,2%), Capriolo (-9, -28,1%), Ghedi (-11,-27,5%), Breno (-8,-26,7%), Mazzano (-7,-25,9%) e Lumezzane (-12,-23,1%).

Ovviamente Brescia totalizza il maggior numero di chiusure (-89) ma con un'incidenza leggermente inferiore al dato medio provinciale (-11,1%). Sono una cinquantina i centri della provincia in cui, al netto di nuove aperture e chiusure, il numero dei bar rimane invariato tra il 2017 e il 2021. Tuttavia nel panorama provinciale non mancano un trentina di comuni in cui, nel periodo in esame, aumenta il numero dei bar. Nella maggior parte dei casi si tratta di uno o due bar in più ma non mancano casi in netta controtendenza rispetto alla media provinciale come nel caso di Concesio (+6, +25%), Sarezzo (+4, +12,9%), Verolavecchia (+4, +57,1%) e Calcinato (+3, +14,3%).

Difficile trovare una regola che spiega la dinamica in esame che solo in alcuni casi sembra correlabile ad un incremento della popolazione. Resta il fatto che, nel 2021, in provincia di Brescia ci sono mediamente 2,5 bar per ogni mille abitanti mentre nel 2017 erano quasi 2,9.

Poi, certo, i bar stanno un poco ovunque, ma le aree a forte vocazione turistica presentano incidenze sulla popolazione residente, di norma modesta, assai elevate. È il caso di Limone sul Garda (15 bar, 12,8 per mille abitanti) e Ponte di Legno (21, 11,9 per mille abitanti) anche se la palma di comune con la maggiore incidenza spetta a Valvestino che conta 3 bar per solo 173 abitanti (17,3 per mille abitanti). In altri termini doppiano la media provinciale (2,5 x 1000) una ventina di comuni a vocazione turistica ma valori elevati si incontrano in tanti piccoli centri, perlopiù della montagna.

Brescia con 711 bar, 3,6 per ogni mille abitanti, supera nettamente e prevedibilmente per le funzioni molteplici del capoluogo il dato medio provinciale. Dopo anni difficili sarà interessante osservare se in futuro si invertirà la tendenza alla riduzione di questi spazi di commercio e di socialità. Ebbene sì, in fondo è proprio dal bar che bisognerebbe ripartire per riaggregare le persone e per fare in modo che queste recuperino la fiducia e ricostruiscano relazioni. Il bar, in fondo, nella nostra cultura continua ad essere l'epicentro di tante reti aggregative, è uno dei rari luoghi che continuano ad unire i cittadini, a dispetto della secolarizzazione della chiesa o della crisi dei partiti, il bar resiste.  

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia