Innovazione e sostenibilità nella «nuova» Poliambulanza

Avanti il cantiere della torre delle degenze: si sviluppa su 5 piani, sarà pronta entro dicembre 2026
Un rendering del progetto di ampliamento della Poliambulanza di Brescia
Un rendering del progetto di ampliamento della Poliambulanza di Brescia
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«L’ampliamento di Fondazione Poliambulanza rappresenta un esempio concreto di come le istituzioni sanitarie di ispirazione cattolica siano capaci di coniugare radici storiche e visione strategica». A dirlo è il direttore generale Marcellino Valerio. In un contesto di profonda trasformazione della Sanità italiana, il progetto «risponde alle mutate esigenze assistenziali e organizzative, puntando a un modello ospedaliero centrato sull’intensità di cura».

Le linee guida del Ssn promuovono oggi una differenziazione più netta tra le cure ad alta complessità, da concentrare negli ospedali, e l’assistenza cronica e post-acuzie, da sviluppare in sinergia con i servizi territoriali. Poliambulanza recepisce questa visione: l’ospedale non è più un’isola, ma un nodo integrato della rete sociosanitaria. In questa prospettiva, «l’area di sviluppo è stata concepita in continuità con il tessuto urbano, con percorsi pedonali e ciclabili già realizzati che collegano la struttura alla metropolitana e ai quartieri limitrofi». La pandemia ha ulteriormente accelerato questa evoluzione: «L’emergenza Covid-19 ha mostrato che resilienza e flessibilità sono condizioni imprescindibili per garantire qualità delle cure anche in situazioni di crisi. Il concetto stesso di ospedale viene dunque ripensato: non solo come luogo di cura, ma come spazio modulare, accogliente, adattabile».

Cosa verrà fatto

L’intervento si articola su più fronti: la costruzione di una torre delle degenze di cinque piani, l’ampliamento al piano interrato della Radioterapia oncologica e la realizzazione di nuovi spazi ambulatoriali e di accoglienza. Complessivamente, l’ampliamento prevede circa 15mila mq di superficie lorda. L’operazione è composta da più fasi: la fine dei lavori della Radioterapia è prevista per marzo 2026; la nuova torre sarà completata entro dicembre dello stesso anno; a seguire, si procederà con lo sviluppo dell’area ambulatoriale. Elemento centrale del progetto è la torre polifunzionale, con una maglia strutturale che offre flessibilità nell’organizzazione del layout interno per tutte le diverse destinazioni d’uso ospedaliere (degenze, ambulatori, aule di formazione tradizionali o per il training della chirurgia robotica). Il collegamento alla struttura esistente è previsto su tutti i piani per garantire la più efficace distribuzione dei percorsi per le attività previste o che verranno proposte in futuro.

Attenzione all’ambiente

L’operazione pone attenzione all’ambiente. Come fa notare il direttore «Poliambulanza è già oggi una delle strutture sanitarie italiane più avanzate sotto il profilo energetico: la centrale di trigenerazione consente una riduzione annua di 3.500 tonnellate di CO2, mentre il nuovo impianto fotovoltaico (985 kWp, attivo dal 2023) copre buona parte del fabbisogno energetico residuo della struttura. La progettazione del nuovo edificio segue le indicazioni degli standard LEED, con l’obiettivo di ottenere la certificazione LEED Gold». Attenzione viene posta anche al tema dell’accoglienza e dell’umanizzazione degli spazi: «L’obiettivo è rendere l’esperienza in ospedale meno asettica, più serena e attenta ai bisogni psicologici dei pazienti e dei loro familiari».

L’ampliamento, inoltre, rappresenta per Poliambulanza un’opportunità per fare un salto tecnologico e qualitativo: la nuova ala sarà dotata di dispositivi smart, sensori per il monitoraggio clinico, sistemi informatici avanzati e infrastrutture compatibili con le più moderne tecnologie chirurgiche. «L’intervento – conclude Valerio – si propone dunque di tradurre in architettura una nuova idea di cura: efficiente, flessibile, integrata e profondamente umana. Una sfida che Poliambulanza affronta mettendo in campo il proprio patrimonio di valori e competenze, con lo sguardo rivolto al futuro».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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