In dieci anni il numero dei residenti è rimasto immobile

La popolazione è cresciuta soprattutto nella zona centro orientale della provincia, diminuisce in Valle Trompia
In dieci anni la popolazione bresciana è rimasta stabile - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
In dieci anni la popolazione bresciana è rimasta stabile - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Tra il 1° gennaio 2012 e lo stesso giorno del 2022 la popolazione residente nella provincia di Brescia rimane sostanzialmente stabile, con un leggero incremento di 5.800 residenti, pari al +0,5%. Considerando i 33 comuni con oltre 10mila abitanti, rimasti gli stessi nel decennio in esame, si osserva un incremento maggiore della popolazione che, complessivamente, aumenta di quasi 12mila persone, pari al +1,8% evidenziando una dinamica più favorevole per i centri maggiori. Ma non tutti i centri maggiori registrano un incremento della popolazione, che si realizza in 19 comuni mentre in 14 casi i residenti diminuiscono. In questo quadro, assai articolato, la geografia sembra dettare le regole del gioco.

Infatti, tra il 2012 e il 2022, i maggiori incrementi della popolazione si registrano a Montichiari (+2.157 persone, pari al +9%), Mazzano (+7,6%), Lonato del Garda (+7,1%), Desenzano del Garda (+6,9%). Per altro verso gli abitanti, nello stesso periodo, si riducono a Lumezzane (-2.085 persone, pari al -8,9%), a Gardone Val Trompia (-3,7%), Nave (-3,6%), Sarezzo (-2,7%). Non occorre essere membri della Società Geografica Italiana per cogliere come la popolazione bresciana cresce nel quadrante centro orientale della Provincia e diminuisce nella Valle Trompia.

Per definire la variazione della popolazione residente tra il 2012 e il 2022 abbiamo considerato il dato Istat, relativo al 1° gennaio, che segnala incrementi significativi anche a Rovato (+1.179 persone, pari al +6,5%), Ospitaletto (+6%) e Concesio (+5%). Dinamiche piuttosto nette che trovano conferma anche considerando il dato relativo al 1° gennaio 2023, che segna un ulteriore aumento della popolazione a Montichiari, che arriva a 26.116 abitanti, mentre Lumezzane tiene mantenendo 21.424 residenti. In questo quadro il Comune Capoluogo tra il 2012 e il 2022 vede aumentare di 4.466, pari al +2,3%, i propri abitanti, confermando il trend positivo anche al 1° gennaio 2023, con 196.446 residenti, 5mila in più rispetto al 2012.

Poi, come è noto, siamo in anni di calo della natalità e di stallo dei flussi migratori e l’Istat, prevede, tra il 2021 e il 2031 le dinamiche demografiche per i comuni con oltre 20mila abitanti che ipotizzano un leggero incremento della popolazione residente a Brescia, Montichiari e Desenzano del Garda mentre risulta in contrazione a Lumezzane. L’incremento previsto è modesto ma, tuttavia, significativo se consideriamo che, tra il 2021 e il 2031, in Italia si prevede di perdere 1,5 milioni di abitanti. In termini percentuali l’aumento della popolazione potrebbe essere maggiore a Desenzano (+1.387, pari al + 4,7%) e Montichiari (+978, +3,8%) mentre Brescia, pur con un saldo positivo di 1.502 persone, segnerebbe un incremento del +0,8%. Altra storia a Lumezzane che, secondo l’Istat dovrebbe perdere, altri 1.260 abitanti, pari al -5,8%. Si tratta di valori in controtendenza con la media provinciale per cui, tra il 2021 e il 2031, viene prevista una riduzione di 9.050 residenti, pari al -0,7%. Previsioni, da qui al 2031, che, tutto sommato, confermano quello che è accaduto nel decennio precedente.

In Italia

A livello nazionali, i giovani italiani della fascia compresa tra i 18 e i 34 anni sono 10 milioni e 200mila ma sono i veri protagonisti dell’inverno demografico: in 21 anni sono diminuiti del 23,2%, pari ad oltre 3 milioni di unità, mentre la popolazione è aumentata (+3,3% dal 2002 ad oggi). Non solo: l’Italia è il Paese Ue con la più bassa incidenza di 18-34enni sulla popolazione (nel 2021 17,5%; la media Ue è del 19,6%). Il calo più forte lo sta vedendo la generazione giovane del Mezzogiorno, che dal 2002 ha visto una diminuzione del 28% tanto che si prevede che di qui al 2061 gli ultra-settantenni saranno il 30,7% della popolazione del Mezzogiorno. I numeri arrivano dal report dell’Istat «I giovani del Mezzogiorno». L’Istituto di Statistica certifica che i giovani del Mezzogiorno hanno un percorso più «lungo e complicato» verso l’età adulta. Si dilatano notevolmente i tempi di uscita dalla casa dei genitori, di formazione di una famiglia propria.

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