Gli utenti delle biblioteche non tornano ad aumentare dopo il lockdown

La coda della pandemia non ha risparmiato l'intera rete bibliotecaria della provincia di Brescia
Diminuiscono gli utenti delle biblioteche bresciane
Diminuiscono gli utenti delle biblioteche bresciane
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Diminuiscono ancora, ed è un dato preoccupante, gli utenti attivi delle biblioteche nella provincia di Brescia dopo la flessione registrata nel 2020, assai comprensibile con due mesi di lockdown, che, peraltro, ha interessato l'intera rete bibliotecaria della provincia di Brescia. Infatti, nel totale provinciale gli utenti attivi, coloro che si sono recati anche solo per un prestito nelle biblioteche, nel 2021 sono stati 112.583, quasi 3mila in meno, pari al -2,5%, rispetto ai 115.527 del 2020 e oltre 45mila in meno rispetto ai 158.263 del 2019, pari al -28,8%.

Per quanto possano aver inciso anche aspetti tecnici di ricalcolo delle utenze il dato è comunque indicativo e mostra come la coda della pandemia non abbia risparmiato anche questo importante servizio pubblico. Le biblioteche pubbliche sono delle realtà che vanno decisamente oltre il luogo in cui gli utenti accedono ai prestiti di libri. Sono, in molti comuni bresciani, dei presidi stabili per la progettazione e la realizzazione di attività culturali di ogni genere. Molto di più di un libro in prestito con qualche consiglio per la selezione. Un luogo propulsivo nelle comunità locali, spesso l'unico presidio culturale attivo, a sostegno della crescita della conoscenza, delle competenze e della partecipazione ad attività culturali. Ma la ulteriore riduzione, rispetto al 2020, rappresenta un tema di riflessione.

Vero è che oltre 112mila utenti attivi non sono poca cosa, poiché significa che, nella media provinciale, 90 persone per ogni 1000 residenti utilizzano le biblioteche ed i loro servizi sia in presenza che in digitale. Una media provinciale che si compone sommando i dati di comuni con elevatissimo numero di utenti con altri, perlopiù piccolissimi centri, in cui non c'è questo servizio oppure riveste un ruolo marginale.

Nei comuni bresciani

In altri termini abbiamo 0 utenti in 9 comuni, evidentemente privi di biblioteca, in aree montane, come Capovalle, Lavenone, Ossimo, Paisco Loveno, Paspardo e Pertica Bassa ma anche in pianura come nel caso di Alfianello e Longhena. Per altro verso Valvestino e Irma superano i 200 utenti per ogni 1000 abitanti, Cedegolo è poco sotto questa soglia mentre indici di affluenza degli utenti elevati si registrano anche a Odolo (172 utenti per mille abitanti), Concesio (169), Paderno Franciacorta (166), Cerveno e Passirano (155), Bagolino (154), Sirmione (153), Vallio e Chiari (152), Ponte di Legno (151).

La maggioranza dei comuni bresciani, ovviamente, registra una riduzione degli utenti attivi che, in valore assoluto, è particolarmente rilevante a Brescia le cui biblioteche perdono 1.775 utenti, pari al -13,2%. Ma perdite rilevanti si registrano anche a Gussago (-298 utenti, -19,7%), Ghedi (-213,-13,5%), Manerbio (-184, -17%), Pontevico (-174,-20%) e Roncadelle (-162, -13%). Mentre un gruppo di una quindicina di comuni, perlopiù piccoli centri, mantiene inalterato il pacchetto degli utenti attivi.

Sono ben 83 i centri in cui, nel 2021, gli utenti attivi delle biblioteche superano il livello del 2020. Tre questi spicca Rovato, che conta 297 utenti in più, pari al +15,3% ma incrementi significativi si evidenziano anche a Castrezzato (+203 utenti, +26,5%), San Paolo (+191,+55,4%), Remedello (+187, +90,3%), Castel Mella (+178, +14,4%) e Palazzolo sull'Oglio (+167, +8,8%).

Difficile ipotizzare le ragioni di queste dinamiche, che tuttavia riflettono da un lato i comportamenti dei cittadini e dall'altro la propensione allo sviluppo delle reti bibliotecarie da parte delle amministrazioni comunali. Perché, anche in tempi di difficoltà con le risorse, i denari investiti nella conoscenza, nella cultura e nell'offrire ambiti di incontro e socialità sono sempre soldi ben spesi. E, pur con la contrazione registrata nel 2021, su cui pesano ancora alcune restrizioni indotte dalla pandemia, oltre 112mila utenti attivi costituiscono comunque un valore. In altri termini non sono numeri banali che affermano l'utilità sociale delle biblioteche che hanno, da sempre, la loro ragione d'essere nel rapporto con le comunità e il territorio. 

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