Nelle casse dei bresciani ci sono 37,2 miliardi di euro

Dopo anni di crescita continua, nel 2023 si riduce l’ammontare dei depositi bancari delle famiglie e delle imprese nei 642 sportelli bancari localizzati nei comuni bresciani. Non è un crollo poiché, a conti fatti, i depositi bancari dei bresciani si riducono di 843 milioni di euro, un calo nell’ordine del -2,2%. Ma, certamente, dopo anni di aumenti eccezionali è un segnale.
Ciò premesso, i depositi delle famiglie e delle imprese bresciane restano oltre i 37,2 miliardi di euro, che non è poca cosa, anche se inferiori al tetto di 38,1 miliardi di euro toccato alla fine del 2022. Si interrompe, quindi, un ciclo che in provincia di Brescia ha visto lievitare i depositi bancari dai 21,3 miliardi di euro del 2013 ai 38,1 del 2022, con un incremento di 16,8 miliardi, pari al +79%. Vale a dire, mediamente, 1,6 miliardi di euro per ogni anno, nell’ultimo decennio, con un balzo significativo nel biennio 2020-21.
Un incremento determinato dalla pandemia, che ha bloccato i consumi e fatto schizzare i risparmi degli italiani, che, spaventati dal futuro, rimandano gli investimenti preferendo la liquidità. In soli due anni, tra il 2020 e il 2021, i depositi bancari dei bresciani sono cresciuti di quasi 6 miliardi di euro (+18,8%), in linea, peraltro, con quanto è accaduto nel contesto nazionale. Poi, nel 2022, i depositi negli sportelli bresciani aumentano ancora, anche se di soli 273 milioni di euro (+0,7%) e, come osservato, nel 2023 si registra una modesta contrazione. Del resto non è solo a Brescia poiché sui conti correnti degli italiani a fine 2023 erano collocati 1.153 miliardi di euro, con un saldo che in un anno è sceso di 43 miliardi, il 3,6% in meno.
Nei Comuni
Depositi bancari che assumono valori ampiamente differenziati nell’analisi dei dati comunali riferiti ai 69 comuni bresciani con almeno tre sportelli bancari, quelli per cui sono disponibili gli importi da Banca d’Italia. Infatti, oltre ai 34 comuni in cui non ci sono sportelli bancari, la normativa sulla privacy oscura il dato per i 102 comuni, definiti come riservati, fornendo solo un importo cumulativo dei depositi.
Guardando, invece, ai 69 comuni per cui sono disponibili dati in chiaro, che contano oltre il 71% della popolazione bresciana, emerge come nel 2023 la città, con 11,2 miliardi di euro di depositi della clientela, supera il 30% del totale provinciale e si conferma la capitale bresciana del credito. Infatti se scorriamo la graduatoria dei comuni, ordinata per entità dei depositi, abbiamo una dozzina di comuni nei quali si superano i 500 milioni di euro, con maggiore ammontare a Chiari (956,7 milioni euro), Desenzano del Garda (898,9), Vestone (847,7), Montichiari (830,5), Lumezzane (797,2), Rovato (720,9), Palazzolo sull’Oglio (680,5), Darfo Boario Terme (614,5), Orzinuovi (522,1), Salò (508,7) e Ghedi (507,6 milioni di euro).
Insomma, anche nel 2023 non viene meno la propensione al risparmio e i bresciani continuano a tenere liquidità nei conti bancari, ben 37,2 miliardi di euro, una massa di denaro a costo zero per le banche, che la dice lunga sull’incertezza con cui guardiamo al futuro. Facendo i conti con la media del pollo di Trilussa, sarebbero quasi 30 mila euro per ogni bresciano e bresciana. Ma, nella realtà non c’è spazio per la poesia.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
