Asili nido, nel Bresciano c'è posto solo per il 25% dei più piccoli

La direttiva a livello europeo prevede però che ci siano le strutture necessarie per accogliere il 33% di bambini sotto i 3 anni
Nel Bresciano ci sono 66 comuni sprovvisti di asilo nido
Nel Bresciano ci sono 66 comuni sprovvisti di asilo nido
AA

Brescia non è provincia per i piccolissimi e, ovviamente, per mamme e papà di bimbi con meno di tre anni, 28.391 al gennaio 2021 nel territorio provinciale. Già, perché nel lontano 2002 il Consiglio Europeo, riunito a Barcellona, stabilì che gli Stati membri devono impegnarsi ad offrire servizi per l’infanzia per almeno il 33% di bambini sotto i 3 anni, obiettivo che riguarda la presenza di asili nido e di servizi per la prima infanzia.

Ora, l’Istat nella sua ultima rilevazione, che risale al 2019, ci evidenzia come i posti nelle strutture per la prima infanzia, pubbliche e private, in provincia di Brescia sono 7.503, distribuiti in 329 strutture per la prima infanzia e sono il 25,1% rispetto al numero dei bambini con meno di tre anni. In altri termini, per ogni 100 bambini c’è posto per un quarto di loro a fronte della quota di un terzo definita vent’anni fa a livello comunitario. Siamo, quindi, ancora lontani. Almeno in provincia di Brescia.

In Lombardia

Eppure, negli ultimi anni la Lombardia ha visto un incremento dell’offerta prima infanzia presente sul territorio e sono quasi 74mila i posti offerti, a fronte di oltre 230mila bambini residenti con meno di 3 anni. Parliamo quindi di 31,7 posti ogni 100 bambini, un dato sempre più vicino alla soglia del 33% stabilita in sede Ue. Rispetto alle altre regioni, la Lombardia è ottava per offerta complessiva di servizi rivolti alla prima infanzia. Un dato inferiore solo a quello delle 6 regioni che hanno già raggiunto la soglia Ue (Valle d’Aosta, Umbria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Friuli-Venezia-Giulia) e a quello ligure. La quota conseguita dalla Lombardia supera anche di quasi 5 punti la media nazionale, fissata i 26,9 posti per ogni cento bambini con da 0 a 2 anni.

Approfondendo il confronto a livello provinciale, emerge come siano 2, su 12, i territori che superano la soglia del 33%. Parliamo della città metropolitana di Milano, con 36 posti ogni 100 bambini con meno di 3 anni, e della provincia di Bergamo (33,1%). Poco distanti dal target europeo anche la provincia di Monza e della Brianza (32,5%) e quella di Pavia (32,1). Le province citate sono le uniche che superano sia la media regionale che quella nazionale.

Brescia, ferma a quota 25,1 posti per ogni 100 bambino con meno di tre anni, con Como e Sondrio, si colloca anche sotto la media nazionale. L’offerta di nidi nella città metropolitana di Milano supera quella della provincia di Brescia di quasi 11 punti e sono quasi 8 i punti percentuali che mancano alla Provincia per raggiungere l'obiettivo di Barcellona.

Tali differenze interne si possono apprezzare ancora meglio scendendo a livello comunale. Su oltre 1.500 comuni presenti in Lombardia, quelli dove l'offerta di nidi e servizi prima infanzia supera il 33% sono 428. Significa che meno del 30% dei comuni raggiunge la soglia europea, mentre - in parallelo - sono 583 quelli in cui non erano presenti asili nido, in base ai dati relativi al 2019. In altri termini, in quasi 4 comuni lombardi su 10 non risulta essere presente alcun servizio prima infanzia.

Portando lo sguardo nella provincia di Brescia sono 66, poco meno di un terzo, i comuni in cui non sono rilevati posti in strutture per la prima infanzia, un dato peggiore rispetto alla media regionale.

Sono, però, 46, il 22,4% del totale, quelli che superano la soglia «ideale» dei 33 posti per ogni 100 bambini con meno di 3 anni, anche in questo caso con una quota inferiore alla media regionale. Tra questi Brescia che con 1.832 posti in 65 strutture presenta un indice di disponibilità nell’ordine del 41,1%. Nel gruppo dei comuni che superano la soglia di servizio indicata dalla Ue ci sono 18 comuni, soprattutto piccoli, che vantano disponibilità di posti per oltre il 50% dei bambini, con punte oltre il 100%, ovvero tanti posti quanti i bambini, a Losine e Temù, presumibilmente meta di migrazione verso le strutture della prima infanzia dai comuni limitrofi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia