«Violenza di genere: tutte e tutti possiamo fare la nostra parte»

Sono molti anni che mi occupo, attraverso il mio strano mestiere, dell’enorme problematica della violenza di genere. Lo faccio come attrice di teatro (nei tanti lavori dedicati al tema creati con la mia socia, la regista Sara Poli, e la nostra Associazione culturale Progetti e Regie), come attrice per la televisione (grazie alla trasmissione Amore Criminale), come Light Painter (con la trasmissione di RaiTre Sopravvissute) ma soprattutto lo faccio come donna.
Ogni donna sa cosa significhi la paura strisciante che ti assale quando ti ritrovi a dover camminare verso la macchina col buio, quando il tuo treno arriva tardi la notte in stazione, quando il tuo vagone della metro o del treno è improvvisamente vuoto, soprattutto vuoto di altre donne. Ogni donna lo sa. E accidenti non dovrebbe essere così.
Ogni donna sa cosa vuol dire non sentirsi trattate “a pari-merito” con i colleghi maschi. Ogni donna sa cosa vuol dire vedere l’ennesima pubblicità, l’ennesimo titolo sul giornale, post, commento sessista, irrispettoso, fintamente ironico e assolutamente fuori luogo.
La violenza di genere è un problema culturale e nasce anche da queste dinamiche perfuse e diffuse di disparità di genere.
Il mio è un mestiere di cultura. Portare narrazioni e spettacoli su questo tema nelle scuole, nei piccoli Comuni, nelle biblioteche… insomma ovunque ci sia la volontà di affrontare queste tematiche fondamentali anche attraverso la cultura, noi andiamo. È più di un mestiere. Se fosse solo un mestiere probabilmente non riuscirei a lasciarmi attraversare da così tanta sofferenza.
Negli anni ho raccontato moltissime vicende di violenza. Molte dall’esito drammatico. E non è facile mettersi al servizio di queste emozioni, di queste ferite, di queste vite ingiustamente strappate. Ma l’emozione teatrale deve contribuire a farci sentire tutte e tutti responsabili.
Non colpevoli, ma responsabili. Siamo tutte e tutti responsabili del dolore causato dalla violenza di genere, secondo me, perché nasce da un sistema culturale che tutte e tutti contribuiamo quotidianamente ad alimentare o a mantenere. Quando si parla di violenza di genere tutte e tutti possiamo fare la nostra parte per eliminarla. Altrimenti siamo parte del problema. Io, nel mio piccolo, ho deciso di farlo attraverso l’arte della recitazione, della condivisione emotiva ed empatica, attraverso l’emozione.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.
