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«Temptation Island», quanto disturba l’inusitata rabbia dei fidanzati

Record di ascolti per il programma di Canale 5. Sulle esuberanti manifestazioni emotive dei protagonisti consola la constatazione che in tv c’è molta più recitazione di quanto il pubblico non immagini
Un momento di confronto tra Alessio e Sonia M. - © www.giornaledibrescia.it
Un momento di confronto tra Alessio e Sonia M. - © www.giornaledibrescia.it
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Premetto che la penso come ammoniva anni fa Antonio Ricci, deus ex machina di Striscia la notizia: la tv «non» è la verità e anche la telecamera più apparentemente onesta trasmette un punto di vista e può veicolare una sceneggiata.

Ma sono rimasto colpito dalle plurime esibizioni di rabbia non trattenuta dei fidanzati di Temptation Island su Canale 5, cioè il programma più visto di queste settimane come da precedenti edizioni. Tizio, Caio e Sempronio (inutili i veri nomi, ché tanto sono intercambiabili nel piattume delle vacillanti personalità) che, dopo aver visto le video-dichiarazioni e le interazioni delle fidanzate alle prese con le fasulle attenzioni (per dovere di ruolo) dei baldi tentatori, si sono scatenati contro suppellettili, piante e scenografie varie del villaggio che li ospita.

Tutti, dico tutti, a menar le mani contro impotenti bottiglie, vasi, sedie, cuscini, forti di muscoli frutto di esercizio degno di miglior sorte, trascurando sia il cervello sia quell’altro muscolo che – in amore – dovrebbe guidarli, cioè il cuore.

Non sono una mammoletta, ma m’è venuto un brivido vedendoli fuori controllo e scatenati – a distanza per fortuna – con le donne che dovrebbero amare e con cui condividono un’esperienza sentimentale. Non voglio esagerare, ma m’è scattata la domanda: ma se la fidanzata criticona o allegrotta fosse lì, quella violenza se la prenderebbe addosso lei? È così lontano da quelle scene il primo passo su quel percorso in discesa che potrebbe portare a un abuso e giù giù fino a un femminicidio?

Mi ha consolato la massima di Ricci e il sapere, anche per mestiere, che in Temptation Island e ovunque in tv, c’è molta più recitazione di quanto il pubblico non immagini; che anche il meno esibizionista (ce ne sono?) dei protagonisti vive un’immedesimazione nel personaggio che lo spinge ad apparire anche ciò che non è. I baldi giovanotti che fanno audience, sia pure con noiosa ripetitività col passato, recitano: fra stropiccìo d’occhi a simulare pianti e rabbie esibite, forse sono solo mediocri comparse d’un copione o d’una auto-suggestione a fare il primattore del mucchio. Ma vogliamo correre il rischio (e dargli visibilità) che il cosiddetto «viaggio nei sentimenti» diventi un cieco sprofondare nei... risentimenti?

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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