Opinioni

Non si scappa, è proprio arrivato il Natale

È una festa religiosa, ma è anche il riflesso della vita affettiva che ci siamo costruiti attorno. Ci stiamo comodi? Ne siamo soddisfatti?
Il Natale può essere anche un'occasione per riflettere
Il Natale può essere anche un'occasione per riflettere
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Natale è decisamente arrivato. Mi piace fare gli auguri ricordando tutte le persone che mi hanno raccontato storie natalizie che tengo nel cassetto.

Come Gabriella che alla Vigilia di Natale, mentre preparava i tortellini, aprì la porta a un’amica che aveva trovato un cane per strada e non sapeva dove metterlo. Si tenne il randagio, invitò l’amica a cena e per il brindisi arrivò pure il proprietario del cane fuggiasco (che non ringraziò, ma un regalo è tale solo se libera dal vincolo della restituzione).

Come Andrea che è divorziato da anni ma è sempre convinto che – anche se l’amore con la moglie ha cambiato direzione – «la famiglia» sono lei e i loro quattro figli. Per questo Natale lo passano sempre insieme, mangiando in qualche rifugio montano, apprezzando il presente senza rimpiangere né condannare il passato. Ci sono amori che diventano mimetici e, a modo loro, restano.

Come Maurizio, che è appena salito su un aereo per l’Argentina, perché è il primo Natale senza i genitori e comprando il biglietto ha pensato di poter provare che cos’è un Natale senza riti e di poter segnare il passaggio tra un prima e un dopo importanti. Gli ostacoli si saltano come si può.

Come Chiara che, rientrando in auto dalla città europea in cui vive, qualche dicembre fa rimase bloccata da un guasto a metà del tragitto. Non arrivò a casa per tagliare il panettone con i suoi ma trovò, nell’albergo in cui prese alloggio, il suo attuale marito. Poteva essere un disastro, fu un regalo.

Come Massimo che per anni ha escogitato bugie sempre nuove per dividere il Natale tra la moglie e l’amante, fino a quando non ha scambiato le fandonie raccontata all’una con quelle raccontate all’altra, ed era proprio il 24 dicembre. In fondo, fu un regalo: adesso vive da solo e stanno meno male tutti.

Come Patrizia, che per anni ha invitato al ristorante tutta la famiglia per averli vicini e poi si è resa conto che stava solo comprando la presenza per un pasto e da allora cucina per sé sola e si sente più tranquilla.

Ecco, Natale è una festa religiosa, un momento che attiene lo spirito, ma non possiamo negare che sia anche il riflesso della vita affettiva che ci siamo costruiti attorno. Ci stiamo comodi? Ne siamo soddisfatti? Ottimo, vediamo di esserne grati. Ci sentiamo a disagio e vorremmo mandare tutto all’aria? Va bene. Abbiamo il coraggio di aggiustare la situazione? Oppure ci manca la forza e preferiamo considerarci i sopravvissuti del giorno 26 e ripetere la farsa fino al prossimo 25 dicembre?

Vi auguro che sia un Natale sereno, caldo e magari anche di buone scelte.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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