Quando dare i numeri diventa un obbligo

C’è un dato che manca nel servizio sulle scuole parentali e non per colpa di chi lo ha scritto. Sapere quanti siano effettivamente i ragazzi e le ragazze che l’anno passato hanno frequentato una scuola parentale è infatti più arduo che ottenere i codici atomici del Cremlino. Peccato.
Il diritto dei privati cittadini di scegliere le modalità di istruzione che preferiscono (chi volesse capire meglio può sfogliare fino a pagina 51 e troverà una lettera esaustiva in merito), non può far velo al diritto nostro – di tutti i cittadini – di sapere quanti essi siano. Ed è al «pubblico», nelle varie sue declinazioni istituzionali, che spetta di garantirlo.
Se lo sottolineiamo non è per un puntiglio capzioso, bensì perché uno dei pilastri della convivenza democratica, la trasparenza, non può essere sacrificata sull’altare della pigrizia nel raccogliere informazioni o della riottosità nel fornirle, sperando che di questa omissione non si accorga nessuno.
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