Ombre dalla Germania Est

Domenica si vota in Turingia e Sassonia: i sondaggi danno per certo il trionfo di Alternative für Deutschland, partito della destra estrema, ma la sorpresa potrebbe essere Sarah Wagenknecht
Björn Höcke, leader di AfD in Turingia - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Björn Höcke, leader di AfD in Turingia - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Sono tempi non brillanti per la Germania. Quella che un tempo era la locomotiva dell’economia europea arranca faticosamente in attesa di una ripresa che tarda a venire.

Anche la politica è in affanno e quella stabilità che Angela Merkel garantiva con il suo carisma sembra appartenere ad un passato remoto. La coalizione di governo è litigiosa e Olaf Scholz, non riuscendo a fare la sintesi tra le diverse componenti, è costretto a navigare a vista.

La cosiddetta Zeitenwende, la «svolta epocale», promessa dal cancelliere con l’impegno di inviare armi in Ucraina fino alla soluzione del conflitto con la Russia e di investire cifre esorbitanti nel riarmo interno, è rimasta al palo. L’ultimo atto è la decisione di ridurre drasticamente gli aiuti agli ucraini per salvaguardare i conti pubblici interni. L’ha imposta, tra mille polemiche, il ministro delle Finanze, il liberale Lindner, col beneplacito di Scholz e contro la volontà dei Verdi. E non è detto che non ci siano ripensamenti, come già accaduto precedentemente con altri provvedimenti.

Ma la vera bufera politica potrebbe arrivare tra pochi giorni dall’est del Paese. Domenica primo settembre si vota in due regioni per il rinnovo dei governi locali. Turingia e Sassonia sono realtà di primaria importanza, aree dell’ex DDR che hanno affrontato i problemi della riunificazione in maniera apparentemente positiva rilanciandosi sul piano della produzione, della cultura e del turismo. La Turingia ospita centri come Weimar e Jena, luoghi simbolo dell’anima tedesca; in Sassonia ci sono Dresda e Lipsia, coi loro palazzi e chiese magnificamente ristrutturati, i musei ricchi di gloria e un notevole sviluppo dell’industria high tech. Impossibile minimizzare il peso di questi due Länder o relegare l’imminente consultazione al rango di episodio di vita politica locale, senza conseguenze a livello nazionale.

I sondaggi della vigilia sono inequivocabili. Si assisterà a un trionfo di Alternative für Deutschland, partito della destra estrema, destinato a diventare la prima forza politica in entrambe le regioni con una percentuale attorno al 30%, davanti alla CDU e con Spd e Verdi ai minimi storici, forse addirittura al di sotto della soglia minima per avere una rappresentanza parlamentare.

La sorpresa potrebbe essere il movimento di Sarah Wagenknecht, fuoriuscita dalla Linke, posizionata su temi sociali e contraria alle politiche di riarmo e all’invio di armi. Le previsioni le assegnano percentuali di tutto rispetto tra il 15 e il 20%.

Insomma, lo scenario che potrebbe aprirsi è quello che il tedesco medio da sempre aborrisce: l’ingovernabilità. Se la CDU di Merz continuerà nella linea fin qui seguita con intransigenza di evitare qualsiasi intesa con AfD, l’unica soluzione sarebbe quella di un’alleanza quanto mai composita che dovrebbe includere anche gli ex comunisti della Linke e i «populisti rossi» della Wagenknecht.

L’altro scenario, ancora più catastrofico, è di vedere nei panni di governatore della Turingia Björn Höcke, candidato di punta dell’estrema destra, da tempo al centro delle polemiche per i suoi slogan ammiccanti al nazismo e alle SS e addirittura messo sotto controllo dai servizi segreti per le sue posizioni considerate sovversive.

In ogni caso il voto del primo settembre sarà la dimostrazione che la Germania, a 35 anni di distanza dalla riunificazione, ha davanti a sé una questione «orientale» tutt’altro che risolta.

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