Opinioni

Esistono anche i concerti di mani e sorrisi

A Presegno gli abitanti diventano testimoni di come operare con amore per il bene comune possa trasformare il più piccolo dei paesi in un luminoso unico cuore pulsante
Per le vie di Presegno - © www.giornaledibrescia.it
Per le vie di Presegno - © www.giornaledibrescia.it
AA

Il giorno concordato è arrivato. Passi lenti escono dai portoni, il silenzio è rotto solo dal lieve scricchiolio del gelo che ricopre le vie di Presegno (Lavenone), un pugno di case strette in un abbraccio senza tempo a quasi mille metri di altitudine, dove tradizione e rispetto per madre natura si fondono custoditi da un microcosmo di quattordici anime le cui esistenze si intrecciano fra balconcini di legno e case di pietra.

La piccola frazione, che si raggiunge fiancheggiando lungo una strada tortuosamente incantata il torrente Abbioccolo adorno di ponti romani e di una scultura a goccia sospesa sulla cascata, stamane si è svegliata avvolta da un manto di brina che ha dipinto il paesaggio con spruzzi cristallini di preziose trasparenze.

Gli abitanti si stropicciano gli occhi e subito alimentano la stufa per far gorgogliare il primo caffè di quel mattino che li vedrà addobbare il loro angolo di mondo in vista delle festività natalizie. Non useranno plastica né altri elementi sintetici, ma materiali raccolti settimane prima nei prati e nei boschi. Tutto è pronto: abeti trovati già abbattuti, rami di pino, bastoncini di legno, cortecce, radici, bacche rosse di rosa canina e agrifoglio, edera, pigne.

Nove di mattino. Il bar trattoria della piazzetta si riempie, fra saluti e cappuccini bollenti, di un allegro chiacchiericcio. Poi, senza fretta, tutti fuori ad abbellire strade e case coordinati da una regia non scritta ma palpabile: chi sa creare decora con le bacche e intreccia rami per farne ghirlande, i più forti trasportano i materiali pesanti, altri agghindano facciate e finestre, sotto la fontana nasce un presepe.

È un concerto di sorrisi e mani che si uniscono, incastrano, sistemano tessendo in perfetta sintonia un sacro arazzo alla cui creazione i visitatori occasionali chiedono di unirsi per contribuire a quello che, più che un lavoro, sembra una festa. Un obiettivo prioritario si è fatto strada tra i magnifici quattordici e oggi, a prevalere, è solo il bene di Presegno e il desiderio di impreziosirlo con creazioni fantasiose e naturali.

Tra gatti curiosi, bracieri per scaldarsi e battute di spirito spunta chi porta la tisana calda, chi offre l’aperitivo e chi invita tutti a casa per un piatto di pasta; qui ognuno arriva con qualcosa da condividere, un salame nostrano, un pezzo di formaggio, qualche uovo e mentre gli uomini discorrono seduti attorno al camino del soggiorno, in cucina le donne hanno già l’acqua che bolle sulla stufa economica. Dopo pranzo il girotondo sincronizzato delle decorazioni riprende e alla fine, scope alla mano, si pulisce per bene.

Il sole tramonta oltre il Passo di Zenofer mentre la sera avanza e sfuma nella notte. Presegno si addormenta vestito a festa, ma non si tratta solo di ornamenti; oltre ad averlo reso una poesia vivente, i suoi abitanti, custodi vigili di un patrimonio di semplicità e bellezza, sono diventati testimoni concreti di come operare con amore per il bene comune possa trasformare il più piccolo dei paesi in un luminoso unico cuore pulsante... e questa non è filosofia ma grazia. Grazia fattasi borgo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.

Suggeriti per te

Caricamento...
Caricamento...
Caricamento...