Lega Serie A, partite alle 20 per attrarre i giovani

C’è un nuovo capitolo nella serie infinita intitolata: «Proviamo a migliorare il prodotto calcio». Con un sottotitolo che lo potrebbe rendere più veritiero, tipo: «Tentiamo di far qualcosa, anche perché teniamo famiglia». L’intento, va premesso, potrebbe essere nobile. La soluzione, probabilmente, non è granché. Ma è giusto discuterne senza pregiudizi di alcun tipo.
Certo, i precedenti non aiutano. La proposta di un torneo negli Stati Uniti durante i Mondiali in Qatar 2022 per tenere impegnate le squadre di serie A in assenza della nostra Nazionale è stata sepolta nell’indifferenza. Quella di far disputare Milan-Como a Perth è l’equivalente dell’8,90 di Bob Beamon a Città del Messico nel 1968. Ovvero è qualcosa di superiore alla capacità di fantasticare. Purtroppo, diversamente da quel che è accaduto in Spagna, la forza di opposizione che è nata appare decisamente tenera e ben difficilmente si tornerà indietro (nonostante anche il ministro dello Sport abbia recentemente eccepito).
Ora, la Lega sta studiando la possibilità di anticipare l’inizio delle partite serali alle 20. Direte: tutto qui? Vediamo i motivi. Consentire più riposo ai giocatori e attrarre più giovani. Sul primo dei due già qualche allenatore, Allegri in primis, ha dato il suo gradimento. Diciamolo, si tratta di un pannicello nemmeno troppo caldo. L’Italia è un Paese piccolo, le distanze massime non superano le due ore d’aereo e i calciatori si muovono sempre in charter. Ergo: finire la partita alle 22.30, espletare tutte le formalità, dalla doccia alle interviste, consente di essere ovunque anche per fare, nel caso, un salto in discoteca. La soluzione, dunque, appare di impatto risibile sul riposo dei guerrieri.
Altra cosa se accadesse per le Coppe europee. Lì il tema delle trasferte è sensibile. E ci sono città, penso a quando la Juventus giocherà contro il Bodo Glimt alle 21, da dove tornare è ancora complicato. Ma se in Italia si tratterebbe di convincere un broadcaster televisivo, in Europa sarebbe impossibile.
Tema: attrarre i giovani. Trasversale a tutti gli sport. La concorrenza degli smartphone preoccupa anche chi «vende» contenuti sportivi. Viene però da chiedersi se quello dei giovani sia il dito o la luna. L’Italia è uno dei Paesi più «vecchi» del mondo. Entro il 2050 gli over 65 saranno triplicati rispetto ai giovani under 15. Se anche fosse dimostrato, e faccio una fatica enorme a immaginare come, che i giovani con le partite che iniziano 45 minuti prima possano essere più attratti dal calcio rispetto ad oggi... non sarebbe invece il caso di pensare anche a qualcosa per i meno giovani? Che sono e saranno sempre più maggioranza numerica. Sono quelli che, fino a prova contraria, hanno soldi da spendere in abbonamenti tv e probabilmente sono ancora disponibili, per motivazioni legate al tifo e alla tradizione (cose quasi sconosciute alle generazioni Z e Alpha), a sorbirsi con un’alzata di sopracciglio anche alle più strampalate proposte di riforma.
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