Bankitalia chiude a Brescia: cosa cambia per la città?

La notizia è piombata su Brescia come un fulmine a ciel sereno: la Banca d’Italia ha deciso di chiudere la filiale di Brescia. Al momento non si conoscono le ragioni e i motivi, si è appreso solo che vi è la volontà di togliere il presidio della banca centrale di Brescia. Il comunicato ha suscitato non poche reazioni, il primo intervento sul Giornale di Brescia, firmato dal direttore non ha risparmiato nessun segmento o articolazione della complessa realtà bresciana.
Ciò che sconcerta è la modalità perseguita dagli organi dirigenti di Bankitalia per cancellare un presidio qualificato e prestigioso del nostro territorio, presente a Brescia dal 1893. Tante sono le reazioni di stupore e di rammarico, certamente non rassegnate. In primis le istituzioni più rilevanti (Provincia e Comune di Brescia) e a seguire le varie associazioni.
C’è ancora da chiedersi come sia stato possibile arrivare ad una decisione così drastica senza che nessuno sapesse nulla. Il provvedimento riguarda la sede di Brescia e anche quella di Livorno, fra le 38 presenti sul territorio sul territorio nazionale. La nostra provincia è fra le prime nel Paese, piazza finanziaria ed economico/produttiva assai rilevante. Sarebbe interessante allora capire le motivazioni che hanno indotto i dirigenti dell’istituto centrale a ipotizzare tale scelta.
Qualche mesa fa il deputato di Forza Italia Maurizio Casasco aveva lanciato l’idea del Sistema Brescia riferito alle infrastrutture sulla mobilità, ricevendo diverse adesioni significative della politica. Però il «Sistema Brescia» dovrebbe reggere anche per altre linee d’azione, non solo per le autostrade. Si è tanto parlato della «cittadella dell’innovazione», nel momento in cui l’intelligenza artificiale avanza prepotentemente, tale proposta sarebbe una grossa opportunità.
Nel campo della cultura il sistema ha funzionato: Brescia ha guadagnato diverse posizioni e si è posta all’attenzione, non solo nazionale, per le sue molteplici e intelligenti attività. E i numeri lo dimostrano. Rimangono le grandi infrastrutture quelle nel campo sanitario: Spedali Civili, ospedale di Desenzano e ospedale di Chiari, da qualche tempo oggetto di rilevanti investimenti. Si parla di cifre non lontane dal miliardo di euro.
Quelle relative alla mobilità in sede fissa: estensione della metropolitana e tram coinvolgendo il territorio provinciale. Si potrebbe ancora di parlare di aeroporto D’Annunzio ma lo si farà in altra sede. Come si può notare le occasioni per lanciare o rilanciare il Sistema Brescia non mancano; serve però stabilire una modalità e un percorso di consultazione che metta allo stesso tavolo i rappresentati istituzionali della politica, il mondo associativo e sindacale. In altre province, anche vicino a noi, lo fanno da tempo e i risultati sono ben visibili ed incoraggianti.
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