Sponsorizzato

La prima azienda a produrre il tovagliato in cotone compostabile

AA

Il quadro nazionale dell’inquinamento da plastica
 

In Italia e nel resto del mondo c’è una questione che non può più aspettare, quella dell’ecosostenibilità: un tema indubbiamente complesso e sfaccettato che nella vita di tutti i giorni si gioca nelle scelte individuali dei consumatori ma anche in campo di politiche pubbliche e di mercato del lavoro.

Dando uno sguardo ai dati sugli investimenti in economia circolare, emerge che solo il 13,4% delle aziende italiane è interessato a questo genere di investimenti. Mettere in luce questa realtà di nicchia significa non solo rendere merito a scelte virtuose e lungimiranti ma anche informarsi sulla condizione in cui versa l’ambiente. 

Quella della plastica è una delle forme di inquinamento che recentemente ha attirato più attenzione e scalpore. I dati non lasciano nulla all’immaginazione se è vero che entro il 2050 nei mari ci sarà più plastica che pesce. Nelle acque del pianeta galleggiano 8 milioni di tonnellate di scarti plastici, che rappresentano l’80% dei rifiuti totali presenti negli oceani. Di questi, il 90% sono oggetti monouso, come posate, bicchieri, cotton fioc e assorbenti. 
Chi pensa che l’impatto danneggi solo l’ecosistema dovrebbe ricredersi. Secondo il WWF ogni persona ingerisce fino a duemila minuscoli frammenti di plastica a settimana, che corrispondono all’equivalente del peso di una carta di credito. 

La gravità del quadro ha spinto il consiglio dell’Unione Europea a intervenire con regole ferree, che dal 2021 faranno scattare il divieto di plastica monouso. Nel frattempo, per promuovere la strategia plastic-free l’UE finanzia progetti virtuosi. Come quello dell’azienda bresciana Naturall, di cui abbiamo intervistato Andrea Lorenzotti, responsabile insieme alla cugina Elena, di un progetto inedito. 

 

All'origine di un progetto vincente che punta tutto sull'ecosostenibilità

 

Naturalità ed ecosostenibilità sono le parole chiave di Naturall, il brand registrato di casa Sanitars che in 5 anni ha saputo farsi capofila di un'idea rivoluzionaria: il tovagliato in puro cotone compostabile al 100%. L'azienda da cui nasce la giovane start up è, appunto, Sanitars, leader di mercato nel settore del cotone idrofilo, fondata nel 1969 a Flero dai fratelli Costanzo, Piero e Luigi Lorenzotti.

«Tutto nasce dalla voglia di innovare responsabilmente – comincia il giovane Lorenzotti - forti dell'esperienza sul campo che ci proviene dai cinquant'anni d'esperienza della famiglia nella lavorazione sostenibile del cotone. L’idea di creare una linea innovativa era in incubazione da tempo ma le priorità in azienda erano altre, finché nel 2014 i tempi sono stati maturi per dare il via all’ambiziosa scommessa di impiegare la fibra di cotone nel campo dei prodotti per la ristorazione. Dopo alcuni esperimenti, siamo riusciti a realizzare un tessuto stampato in digitale con pigmenti a base d'acqua, che in sostanza si presenta al mondo come il primo prodotto monouso fatto in fibra di cotone». 

Avventurarsi in un territorio inesplorato ha comportato non poche difficoltà, innanzitutto la mancanza di riferimenti da seguire per aprire la strada alla novità. «Sanitars è stata una delle prime aziende bresciane a cogliere il valore della sostenibilità, specializzandosi nella lavorazione del cotone idrofilo per l’igiene della persona. Nella riuscita del progetto di Naturall è stato cruciale – continua il giovane Lorenzotti – il cambio del mercato di riferimento: dalla fornitura conto terzi per la Grande Distribuzione al canale Ho.Re.Ca, sul quale ci siamo affacciati per la prima volta mettendoci la faccia, con un marchio nuovissimo e commercializzato interamente dall'interno dell'impresa».

 

Una gamma di prodotti inimitabili da destinare al settore ricettivo e della ristorazione

 

«L'investimento per l'avvio della catena produttiva è stato ingente perché l'obiettivo era di ottenere il massimo – raccontano Andrea ed Elena Lorenzotti -. Per questo abbiamo puntato sulla tecnologia, acquistando una stampante digitale di alta produttività, simile a quella utilizzata per l'industria dell'alta moda. All'interno di Sanitars vengono realizzate le fantasie dei tovagliati in una gamma di disegni e colori infinita. A catalogo si contano oggi 100 referenze di disegno con la possibilità di personalizzazione a seconda delle esigenze e colori ad acqua completamente eco-friendly».

Il prodotto finale non è solo 100% made in Italy ma anche 100% made in Sanitars. Alle spalle c'è infatti un patrimonio di know how specifico che consiste nella realizzazione di una tela di cotone – ma non è stoffa - che può essere smaltita nell'umido compostabile con tutta la praticità del monouso. Il risultato è un tovagliato dalle caratteristiche tecniche inimitabili in termini di resistenza, igiene e rispetto per l’ambiente. 

Aver creduto nella nicchia del «completamente naturale» è la formula vincente siglata Naturall, che oggi mette a disposizione di alberghieri e ristoratori una vasta gamma di prodotti per l'arredo della tavola tra cui tovaglioli, tovaglie coprimacchia, runner, americane, rotoli e accessori personalizzati. Parte della produzione, poi, è rivolta al settore dell'alimentazione, con la realizzazione di panni in fibra di cotone idonei alla conservazione di alimenti, «come facevano le nonne per preservare al meglio le caratteristiche organolettiche dei prodotti» aggiunge l’imprenditore bresciano. L’attività si è di recente avventurata anche nel terreno del benessere, creando teli mare e panni per i centri wellness.

 

Attenzione alle certificazioni

 

Ma veniamo a una doverosa precisazione «ecologica»: «Naturall è compostabile e biodegradabile - sottolinea Andrea Lorenzotti -.Un elemento biodegradabile non è infatti automaticamente anche compostabile. Biodegradabile è un materiale che può essere scomposto da batteri, luce solare e altri agenti fisici naturali, in composti chimici semplici come acqua, anidride carbonica e metano. È invece compostabile (trasformabile in compost, un concime naturale) quel materiale che non solo è biodegradabile ma anche disintegrabile e il cui processo di decomposizione avviene in meno di 3 mesi. Siamo naturali al 100%, perfettamente in linea con le direttive europee». 

«Questi i motivi per i quali Naturall con il tovagliato monouso in cotone ha rivoluzionato il mercato». 
A differenza di tutti i tessuti monouso in commercio, questo materiale è biodegradabile e compostabile, quindi una volta terminato il suo utilizzo è possibile gettarlo nel sacchetto dell’umido. 
«La maggior parte dei tessuti, che oggi si trovano in commercio, inviano falsi messaggi ecologici - spiega Andrea Lorenzotti -. C'è chi dichiara "Bio" il proprio prodotto senza reali certificazioni, chi crea una linea ad hoc con messaggi ecosostenibili ma che di naturale hanno poco. Quindi, diffidare sempre da false dichiarazioni, infarcite esclusivamente per la vendita del prodotto, ma è importante chiedere sempre reali certificazioni come prova della reale provenienza del prodotto».

 

I progetti per il futuro: sperimentare nuovi settori e incrementare l'export

 

Guardare indietro serve a misurare la strada fatta, ma è il futuro l’orizzonte a cui puntare. Rafforzare il legame con l’Unione Europea e aumentare l’export sono gli obiettivi a cui punta la famiglia Lorenzotti. Se oggi il territorio di riferimento è il mercato nazionale, prossimamente Naturall si presenterà anche su quello internazionale, dove si coglie già un enorme interesse. «Francia e Germania, in particolare, sono paesi particolarmente sensibili al richiamo della sostenibilità – continua Lorenzotti – ma prima di fare il grande passo c’è bisogno di aumentare la capacità produttiva, espandere la rete della vendita diretta e, perché no, diversificare ancor di più la linea produttiva». L’imprenditore svela alcuni progetti in procinto di entrare in cantiere, come la realizzazione di nuovi prodotti naturali e anallergici nel campo dell’igiene di donna, bambino e terza età. 
Un ritorno al campo – quello dell’igiene della persona – che ha decretato il successo della casa madre Sanitars e che, ancora una volta, dimostra come l’integrazione della filiera dalla fibra al prodotto finito in cotone sia stata una mossa vincente, anche per l’ambiente. 
Non resta, dunque, che fare un imbocca al lupo a una realtà lungimirante e sorprendentemente attuale.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato