Fuoco di Sant’Antonio, un dolore che lascia il segno

Sembra il nome di una punizione divina, e un po’ lo è: brucia, prude, tormenta e arriva quando meno te l’aspetti. Il fuoco di Sant’Antonio è un disturbo che molti hanno sentito nominare ma pochi conoscono davvero. Eppure riguarda milioni di persone, soprattutto dopo i 50 anni. E no, non è solo un fastidio passeggero. In alcuni casi può essere spia di qualcosa di più profondo.
Che cos’è il fuoco di Sant’Antonio
Fuoco di Sant’Antonio è il nome popolare dato alla manifestazione esterna di un virus ben noto: l’Herpes Zoster. È lo stesso virus che provoca la varicella, e proprio come un ricordo d’infanzia sgradito, può tornare a farsi vivo anni dopo.
Dopo aver contratto la varicella, infatti, il virus non scompare del tutto: rimane dormiente nei gangli nervosi, e può riattivarsi in qualsiasi momento, soprattutto se il sistema immunitario è indebolito. La manifestazione più evidente è l’irritazione cutanea: una parte della pelle – spesso sul torace, ma anche su volto o collo – diventa rossa, dolente e presenta piccole bolle simili a quelle della varicella. A questo si aggiungono spesso prurito, febbre, affaticamento generale e in alcuni casi dolori gastrointestinali.
Il decorso, fortunatamente, è nella maggior parte dei casi benigno: la fase acuta dura circa due o tre settimane, dopodiché i sintomi tendono a regredire. Ma non sempre finisce lì.
Cosa si rischia con il fuoco di Sant'Antonio?
La vera insidia non è tanto la manifestazione cutanea in sé, quanto le possibili complicazioni. Il virus Herpes Zoster è infatti collegato ad alcune patologie anche gravi, che colpiscono il sistema nervoso. Tra queste ci sono meningite, encefalite, problemi dell’udito e dell’equilibrio, fino ad arrivare – nei casi peggiori – a paralisi dei nervi. Inoltre, alcune ricerche hanno evidenziato una correlazione tra infezione precoce (prima dei 40 anni) e maggior rischio cardiovascolare, con aumento delle probabilità di infarto e ictus.

Come ci si lava con il fuoco di Sant'Antonio?
La pelle colpita è estremamente sensibile e va trattata con estrema delicatezza. È importante lavarsi usando solo acqua tiepida, senza mai sfregare o usare spugne abrasive, e con detergenti delicati, possibilmente neutri e privi di profumi. Queste attenzioni aiutano a non irritare ulteriormente la pelle già infiammata e possono contribuire a una guarigione più rapida e meno dolorosa.
Come calmare il prurito del fuoco di Sant'Antonio?
La gestione dei sintomi è fondamentale per migliorare la qualità della vita durante l’infezione. Per alleviare il prurito si utilizzano lozioni lenitive e impacchi freddi, mentre il dolore può essere trattato con comuni analgesici. Se il medico lo ritiene opportuno, possono essere prescritti anche farmaci antivirali (come l’aciclovir), che aiutano a contenere l’infezione e a ridurre la durata e l’intensità dei sintomi. In ogni caso, la guarigione è generalmente spontanea: il corpo, una volta “ricordato” il virus, riesce a contrastarlo efficacemente.
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