Vorrei un parere su critiche e valore degli insegnanti

Sono un ex insegnante di informatica gestionale Triveneto (Tolmezzo, Rovigo, Adria e Brescia) con genitori di origini meridionali. Scrivo perché ho notato alcune lettere alla vostra attenzione che esprimono critiche riguardo agli insegnanti. Lungi da me ogni difesa dalla categoria, vorrei chiedere se voi come giornalisti potreste raccontare la vostra esperienza di studenti e di persone che per mestiere dopo la scuola si sono interessati di specifici argomenti che si possono trovare nel menu del vostro Giornale. In fin dei conti il compito di ogni istituzione formativa è quello di creare autonomia in chi la frequenta e chi non diventa autonomo deve lavorare alle dipendenze altrui. Dalla riforma Berlinguer in poi gli insegnanti e i dirigenti scolastici si sono trovati ad affrontare un clima di paradossale competizione tra istituti scolastici che forniscono percorsi di studio molto simili ma le categorie fondamentali della cultura vengono comunque trasmesse per poter essere poi approfondite lungo tutto il percorso della vita.
Michele CampanelliBrescia
Caro Michele, il tema della formazione, ci appassiona assai, per cui faremo fatica a contenerci. Cominciamo dallo sgombrare il campo dalle ombre: siamo dalla stessa parte. Abbiamo sommo rispetto degli insegnanti, pur quando - anzi, soprattutto quando - ne critichiamo alcuni atteggiamenti. Il principale degli appunti che muoviamo è questo: è vero che ogni riforma è imperfetta e qualcuna addirittura riprovevole, ma è possibile che immancabilmente tutte vengano bocciate senza appello? Poiché delle due l’una: o si ritiene che l’istituzione scolastica sia un paracarro inamovibile e dunque intoccabile, oppure sarebbe il caso che il corpo insegnante nel suo insieme fosse più propenso al cambiamento di quanto dimostra generalmente. Premesso ciò, veniamo alla sua domanda, la cui risposta non può che essere personale: alla scuola dobbiamo molto, non tutto. Pensare che essa possa essere l’unica o anche soltanto la principale delle agenzie educative è, a nostro giudizio, sbagliato. La formazione umana attinge a molte fonti, nessuna delle quali esente dal contesto in cui si vive: la famiglia, il quartiere, il paese, la città, il mondo, gli amici, gli ambienti... Aiutare a usare la testa (o le mani), creando autonomia, è il compito nobile e imprescindibile che spetta agli adulti nei confronti delle nuove generazioni, così come le nuove generazioni, di riflesso, aiutano noi adulti a stare al passo dei tempi. Riguardo infine la «competizione» tra istituti, possono esserci storture, come in tutto, ma a noi piace interpretarla in positivo, come «massima forma di collaborazione». (g. bar.)
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