Valle Camonica e laghi, le perle del turismo
Concordo in gran parte con le considerazioni espresse nei giorni scorsi da Paolo Rossi, con attenzione particolare alla conferma della innata vocazione europea dei laghi bresciani ed invece al crollo di affluenza alla media ed alta Valle Camonica.
Se Brescia ha recentemente saputo riscattare un passato glorioso, ma prevalentemente produttivo, con la scoperta culturale e di eccellenti «luoghi» contenitori in grado di offrire Brescia anche città d'arte, creando sinergia tra amministratori, forze politiche ed imprenditori, non altrettanto si può dire per la Franciacorta e la Valcamonica. Esistono e sono di attualità iniziative importanti, prevalentemente di carattere culturale, che stanno caratterizzando i due territori e che hanno notevoli potenzialità, dal momento che coinvolgono il territorio e le sue espressioni politico-culturali: è un segno certamente positivo che va incoraggiato e che si caratterizza con la difesa del territorio, la salvaguardia del patrimonio storico-architettonico e la sua valorizzazione.
La Franciacorta, in particolare, in vista dell'Expo, deve presentarsi all'appuntamento con tutte le sue credenziali che la rendono un palcoscenico naturale di affascinante territorio agricolo-produttivo, costituito da eccellenze vitivinicole e di monumenti, ma anche la Valcamonica deve presentarsi con i suoi patrimoni storico-industriali da valorizzare e da affiancare ai già noti «segni preistorici», ai monumenti romani ed alle innumerevoli espressioni artistiche di castelli, chiese ed opere pittoriche.
Al riguardo, molto è stato fatto: riguardo ai trasporti ed ai visitatori, Verona e Montichiari non consentiranno l'approdo di 500.000 passeggeri; rimangono Orio e l'ospitalità degli aeroporti milanesi in grado di offrire - grazie anche alla mobilità autostradale - l'accesso ai nostri territori.
È innegabile che il turismo bresciano deve essere rinvigorito da un massiccio intervento di riqualificazione strutturale che lo renda determinante come settore fondamentale e trasversale alle realtà produttive: per far ciò non bastano certo le agenzie, gli enti, le comunità, i Comuni e le loro meritorie aggregazioni, ma occorre un deciso intervento politico-istituzionale sinergico con la realtà politico-industriale ed occupazionale. È evidente che, affinchè ciò avvenga, è necessaria una legge quadro nazionale che, conseguentemente, si rifletta sugli organi decisionali decentrati dei singoli settori. Ciò vale per Brescia, ma anche per tutta l'Italia.
In assenza di ciò, è difficile pensare a sole luci per questo settore.
Gianmarco Pedrali
Console Tci Franciacorta
Sebino e Valcamonica
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