Vacanze al mare, più belle se solidali

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Quest'anno volevo per le mie ferie un'esperienza nuova, che mi facesse vivere con altri giovani qualcosa di importante e di cui essere soddisfatto. Da tempo conoscevo gli «Amici del Mare», un'associazione bresciana che ogni anno condivide le vacanze con chi ha disabilità di vario tipo, con il desiderio di renderlo protagonista e non solo assistito. Un fine che ammiravo, eppure non avevo mai pensato di potervi contribuire personalmente. Considerando infatti quella che per me sarebbe stata un'esperienza del tutto nuova, alcune domande mi lasciavano indeciso sul da farsi: cosa significherà davvero assistere qualcuno, anche se solo per una vacanza? Sarò in grado di farlo? Imparerò qualcosa di nuovo su di me e su cosa voglio essere o fare nella vita? La risposta a tutte ovviamente era che non lo sapevo. Per scoprirlo dovevo provare, e capivo che mi si stava ponendo davanti una piccola sfida. Così sono partito.
Arrivati in colonia, veniamo accolti con gioia da chi è già sul posto e subito capisco che lì tutto è una festa. E lo è per tutti. Il via vai continuo di persone e di carrozzelle, la musica a tutto volume che ci sveglia al mattino, il baccano della mensa e le attività serali di gruppo creano il piacevole «caos» che per una settimana è stato la mia vita. Non mi meraviglio perciò quando mi rendo conto che l'attesa per la partenza è vissuta da tutti con grande entusiasmo: questa è una vacanza particolare, essenziale nella forma ma ricca di amicizia e solidarietà. Alcuni vi partecipano da sempre con la propria famiglia ma ogni momento, sia di svago che di dovere, viene condiviso tra i presenti. Essere lì con un sentimento comune crea un senso di unità: ci si confronta e ci si aiuta a vicenda, e non si è mai lasciati soli.
Un volontario mi guida i primi giorni e insieme assistiamo due ragazzi. Il compito non risulta impegnativo: perché vada tutto liscio è sufficiente seguirli durante la giornata, in spiaggia e in colonia, aiutandoli durante i pasti e con l'igiene personale.
Durante quei giorni però si ha l'occasione di dare qualcosa in più di una mera assistenza fisica, e partendo da questo obiettivo se ne raggiungono inevitabilmente altri, anche personali. Interagendo con loro infatti scopriamo di più noi stessi e capiamo che le cose che ricercano maggiormente sono quelle di cui tutti abbiamo bisogno dagli altri: ascolto, affetto e tempo. Semplice, ma forse non essendo più bambini, ci convinciamo che possiamo farne a meno, dimenticandoci della loro importanza.
In quella colonia ho avuto l'opportunità di sperimentare tutte queste cose, in maniera spontanea e gratuita, e come spesso accade in contesti simili si finisce per ricevere ben più di quanto si doni: ho respirato voglia di vivere, e di condividere ciò che abbiamo dentro di noi.
Rientrato a casa percepivo, con nostalgia, di aver lasciato là un pezzo di cuore e la sensazione è stata quella di aver trovato un piccolo tesoro. Siamo abituati a rincorrere cose a cui diamo peso in base al loro valore economico, ma esperienze come questa valgono di più! E vorrei riviverla.
Un grazie a chi me l'aveva descritta con parole convincenti e a tutti quelli che mi hanno accolto con un sorriso che partiva dal cuore.
Michael Betelli
Brescia

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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