Una scia luminosa guardando il cielo stellato
La fine del mese di maggio ci ha riservato delle bellissime giornate irripetibili con un cielo sereno, ottima visibilità ed un delizioso caldo. La natura è al massimo della sua espressione con colori e profumi fantastici. La gente ama passeggiare, spostarsi e fare tantissime attività all’aria aperta. La sera arriva lentamente ed il cielo è non troppo buio. Che bello! Con l’ora legale poi il tramonto arriva tardi ed il chiarore c’è fino alle ore 21. Tantissime volte alzo lo sguardo verso il cielo azzurro. Osservo una meraviglia unica. Ma quante stelle, il mio sguardo si perde, la mia mente non riesce a comprendere... ed a concepire! Questo è anche il Mistero della nostra Creazione. Osservo molti aerei che con la scia bianca rigano il cielo, tantissimi satelliti artificiali che corrono velocissimi con le loro luci intermittenti e procedono zigzagando. La sera di martedì 30 aprile ero seduto in cucina quando sono stato «distratto» da una meteorite molto luminosa che cadeva silenziosamente da ovest verso est. È stato un evento bellissimo! Erano le ore 23,09. Istintivamente sono sceso in strada ed a scrutare il cielo ma vedevo solo stelle. Sono stati attimi bellissimi, mi ero sentito in un’altra dimensione! Di grandi scie luminose ne ho osservata lo scorso anno una a febbraio sul cielo di Visano che procedeva da ovest verso est e un paio di anni fa a sud di Remedello una meteorite ancora più grande, vista in tutta Italia centro-settentrionale che andava in direzione da est verso ovest. Un paio di anni fa andando ad Isorella in auto e trovandomi dopo Ghedi nel cielo azzurro ho visto una sonda spaziale tutta illuminata che procedeva da est verso ovest. Era stata visibile per circa un paio di minuti.
// Ermanno MaccioneRemedello
Gentile lettore, mi conforta sapere che ci sono ancora persone capaci di alzare lo sguardo al cielo e di contemplare il mistero cosmico del creato con lo stupore dell’innocenza, e che il casuale «inciampo» visivo nella scia di un meteorite (ne riferiamo a pagina 4), l’abbia indotta, come forse altri lettori, a scrutare la volta celeste proiettato in una dimensione «altra» rispetto alle fatiche e ai pensieri di una quotidianità troppo spesso complicata e dura. La scienza e la tecnologia ci aiuteranno di sicuro a capire sempre più questo nostro mondo e universo, ma mi auguro che l’uomo sappia conservare anche in futuro la capacità di stupirsi e di lasciarsi turbare dallo spettacolo inspiegabile di un cielo notturno, di un tramonto o di un’alba. Magari abbassando le luci artificiali urbane ed esplorando invece tutta la gratuità di un mare in cui, come suggerisce Giacomo Leopardi, è sempre dolce naufragare. È una pratica che non costa nulla ma che ripaga molto. (g.c.)
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