Una battaglia che dev'essere combattuta

AA

In breve e a distanza di circa un anno e mezzo, vorrei rendere partecipe di questa mia esperienza drammatica quanti come me si trovano soli ad affrontare una violenza nei confronti di un minore. Non è stato semplice, dopo la denuncia, percorrere l'iter giuridico durante il quale mi sono dovuta scontrare con alcune istituzioni, ma il percorso era segnato e tenendo duro siamo arrivati ad un processo. Durante tutto ciò il mio pensiero principale era rivolto a mia figlia, una parte di me, e quindi con l'istinto materno, quello vero, ho lottato, combattuto e affrontato l'impensabile, ho dovuto lottare anche con me stessa perché più di una volta volevo mollare.
In questo periodo sono entrate e uscite dalla nostra vita persone che, in un modo o nell'altro, ci hanno veramente aiutato, chi in modo materiale, chi in modo spirituale e chi sostenendoci spiritualmente.
Questo ha fatto sì che potessi dare al mio cucciolo tutto l'appoggio che meritava e quell'equilibrio per affrontare un percorso tortuoso sapendo che alla fine avrebbe portato ad una rinascita.
Con questa lettera voglio ringraziare tutte le persone che ci sono state vicine durante questa sofferenza e desidero sottolineare che le istituzioni ci sono e le persone umane esistono. Un consiglio che posso dare alle persone che «nascondono la testa sotto la sabbia» è di guardare quello che sta succedendo attorno a loro, e trovare la forza di lottare e di pensare al futuro delle loro creature.
Un pensiero grande va al mio cucciolo che ha trovato la forza di parlare.
Lettera firmata

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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