Una avventura clinica che parla di buona sanità

Nel nostro Bel Paese, spesso fanno notizia le questioni attinenti alla «malasanità», quasi mai fanno notizia le eccellenze nei vari campi della scienza, meno che meno nella Sanità pubblica. Siamo un popolo «particolare» e questo dobbiamo ammetterlo. Con queste poche righe voglio rendere il giusto merito ed esprimere il più sincero sentimento di gratitudine per la competenza, professionalità e umanità dimostratami, al Reparto di Endocrinologia degli Spedali Civili di Brescia e, in particolare, al prof. Carlo Cappelli ed alla sua equipe. E vengo al dunque. Ai primi di gennaio, dopo colloquio con una nutrizionista, intraprendo una dieta per perdere qualche chilo di troppo. Alla metà di marzo faccio delle analisi per controllare alcuni parametri e mi risulta un TSH ai limiti minimi. Dopo colloquio col medico curante (supplente) mi sottopongo ad un esame ecografico della tiroide col quale mi viene diagnosticata la presenza di un grosso nodulo al lobo sinistro. Nella relazione veniva consigliato approfondimento a mezzo di scintigrafia o di ago aspirato. Porto il responso ecografico al mio medico curante che mi consiglia di prendere appuntamento con gli ambulatori degli Spedali Civili per fare l’ago aspirato e fissare una visita specialistica. Mi fissano l’ago aspirato per la metà di aprile e la visita per la fine dello stesso mese. Un mese, per me, in quelle condizioni di incertezza sulla natura del nodulo, rappresentava un’eternità, ma non potevo accelerare i tempi e, giocoforza, ho dovuto attendere. L’esame dell’ago aspirato salta per una dicitura non corretta sull’impegnativa. Vi lascio immaginare la mia delusione e preoccupazione per il sicuro allungamento dei tempi d’intervento. Sono arrivato alla visita molto preoccupato e di questa mia condizione ho fatto partecipe il prof. Cappelli il quale, dopo controllo ecografico, con toni rassicuranti mi disse che secondo lui non era niente di grave, ma che per essere certi avremmo dovuto fare alla svelta una scintigrafia, anche per capire se era possibile intervenire con la tecnica di «termo ablazione», una metodologia mini-invasiva, praticata in Day Hospital, che da qualche tempo stavano effettuando con ottimi risultati, con effetti collaterali minimi (risolvibili con terapia farmacologica di breve durata) e con danno estetico inesistente. Mi disse anche che la lista d’attesa era di qualche mese, per cui mi metteva subito in lista ma avrei dovuto attendere l’esito favorevole degli esami per poter confermare la data dell’intervento che prevedeva di fare per la fine del mese di giugno. Sono uscito da quel colloquio rasserenato, fiducioso e con la speranza che la mia situazione poteva risolversi con un intervento in Day Hospital. Espletati gli esami propedeutici all’intervento, che ebbero esito favorevole e il 27 giugno venivo operato in Day Hospital. L’intervento, in anestesia locale, è durato circa 4 minuti, senza accusare fastidi particolari e dopo circa sei ore di degenza post operatoria mi veniva fatta una ecografia di controllo e alle ore 17 venivo dimesso. Ho preso la mia macchina e sono tornato a casa! Non mi sembrava vero! Al primo controllo, fatto dopo poco più di un mese, il prof. Cappelli, soddisfattissimo per il risultato, mi comunicava che il nodulo si era ridotto del 63%. Io lo ringraziavo per quanto fatto e gli facevo notare che sul collo non si notava alcun segno dell’intervento! Penso che questa tecnica operatoria innovativa sia particolarmente gradita alle signore che, in passato, per un intervento sulla tiroide erano costrette a portarsi a vita una inestetica cicatrice «a collana» mentre oggi, per le tipologie per le quali è possibile intervenire con questa metodologia, non avranno sul loro collo neanche un puntino e potranno continuare a sfoggiare il loro decolté! Ringrazio ancora il prof. Cappelli e la sua equipe per la professionalità e l’umanità dimostratami. A beneficio dell’utenza, auspico soltanto che questo utilissimo servizio possa essere sempre più strutturato/implementato, al fine di annullare o, almeno, ridurre al minimo i tempi di attesa.
// Filippo RacoCoccaglio
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