Un lieve incidente Confessione, con pentimento

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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Devo fare una confessione: ieri mi sono trovata a dover passare, in macchina, da una stradina di campagna purtroppo a doppio senso di marcia. Cercando di infilarmi tra il ciglio della strada che digradava in un campo e l’autovettura che si trovava nell’altro senso di marcia, ho leggermente strisciato contro tale autovettura, in modo non grave, a mio parere, data la bassissima velocità alla quale mi muovevo. Da tale autovettura è scesa una signora altamente esagitata che, con voce furente mi gridava: guardi che cosa ha fatto alla mia macchina! Adesso mi firma subito la «carta» e mi paga tutto il paraurti! A mio parere il paraurti non era stato affatto urtato e poi, sempre a mio parere, si trattava di stabilire se io avevo invaso il suo spazio o se, invece, era stato il contrario. Poi, sempre con lo stesso tono mi intima di spostarmi e di firmare la «carta». Io sono riuscita solo a dirle che si esprimeva in modo molto maleducato e che dalla sua parte di carreggiata c’era un passaggio che portava nei campi e che lì avrebbe dovuto spostarsi. Apriti o cielo! A quel punto, spaventata dall’atteggiamento di questa signora, anziché spostarmi ho premuto sull’acceleratore e sono scappata! Ho fatto una cosa riprovevole, lo riconosco, ma quando si ha paura il cervello (almeno il mio) va in vacanza. Io vorrei però che le cose venissero sistemate nel giusto modo e senza speculazioni di sorta, ma non so come fare. Chiedo scusa per il mio atteggiamento «banditesco» e spero che qualcuno possa darmi dei consigli utili.
Lettera firmata

Carissima,

non sappiamo se scuotere il capo, disapprovando aspramente quanto accaduto, oppure limitarci a sorridere, non essendosi fatto male nessuno, tranne i danni limitati alle auto.

Optiamo per la seconda ipotesi, poiché - siamo sinceri - il suo candore fa velo su tutto.

Dunque, per quanto riguarda la questione pratica, il nostro consiglio è di avvisare immediatamente la sua assicurazione, che provvederà a sistemare le cose con l’altra assicurazione, se - come immaginiamo - l’altra signora avrà fatto denuncia (se invece non lo ha fatto e si riconoscesse qui, basta contattarci ed eccezionalmente faremo noi da tramite).

Ciò che importa maggiormente, ed è pure il motivo per cui diamo risalto alla sua lettera, è che essa serva da monito a quanti si trovano in circostanze simili. Poiché «il cervello che va in vacanza», come lo chiama lei, è un bel problema e occorre trovare il modo di tenerlo ben attaccato al collo, comportandosi come si deve e non come viene più comodo.

Lo scriviamo a lei, ma pure a noi, poiché crediamo nessuno sia esente dalla tentazione della fuga, ma la differenza tra un bimbo e un adulto sta proprio lì, nell’assunzione di responsabilità a dispetto di tutto. (g. bar.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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