Un grazie agli insegnanti dei miei figli
Proprio oggi mi accingo a scrivere una lettera, molte altre volte avevo accarezzato l'idea di farlo, su vari argomenti. Lo faccio oggi, proprio sulla scuola pubblica: non è affatto un caso. Nutro una tale riconoscenza per chi mi ha aiutato a crescere i miei figli, che non posso esimermi da questo pubblico ringraziamento, che vorrebbe essere anche un incoraggiamento ed una difesa degli educatori dei miei figli, presso varie scuole pubbliche della nostra città. Nido comunale Casazza: maestre amorevoli, entusiaste, preparate. Li hanno accolti, con cura, li hanno nutriti, li hanno accompagnati nel sonno, nei loro primi passi. Avevo paura di essere giudicata: lavoro sodo, avrei voluto essere più presente. Sempre incoraggiata, aiutata a comprenderli. Facevano anche riunioni con i genitori e ci spiegavano tutto, ci rendevano partecipi. Ed eccoli, fin da piccoli, insieme ad altri bimbi: un'aia il nido, dove potevano fare svariati esperimenti per crescere, sempre nella sicurezza. Poi il dramma: io e mio marito ci separiamo. E loro a parlarci, rassicurarci, tenerci informati sulle reazioni di nostro figlio, con massimo rispetto e spirito di aiuto non solo per i nostri bambini, ma anche per noi. Scuola dell'Infanzia Agazzi: non ho parole per ringraziare. Anni favolosi, i miei figli sono stati condotti con serietà e fermezza, unite a disponibilità, affetto. Non so cosa avrei potuto chiedere di più. Disegnare, pasticciare, giocare, seminare, piantare, saltare, stare con gli altri, conoscere, chiacchierare, sentire, gioire, pitturare, ascoltare
non sarei mai stata in grado di favorire loro l'incontro così sapiente con tanti stimoli diversi. E anche lì riunioni, scambio tra scuola e famiglia; anche tra genitori ci si è conosciuti, a volte proprio per merito dell'intervento delle maestre, che ci mettevano ogni tanto tutti insieme. La scuola dei miei bambini mi è stata molto d'aiuto, forse unica situazione in cui sono stata anche un po' protetta ed aiutata, proprio dagli educatori, con i quali ho sempre potuto confrontarmi e dai genitori, quasi tutti del quartiere, che ho imparato a riconoscere come compagni di viaggio in questa avventura del crescere le nostre creature, anche per merito delle riunioni a scuola. Le elementari Arici: maestre in gamba e sveglie. Come spiegare la capacità di insegnare loro, tutti i giorni, a volte in condizioni difficili, ogni cosa che avessero bisogno di imparare. Vederli crescere nelle conoscenze, nelle capacità, nei talenti, superare le difficoltà, confrontarsi con i loro limiti, con le regole, con il profitto. Alcuni lavori sulle emozioni, il mio grande li ricorda ancora, e così io e suo padre, perché sono stati lavori importanti sull'umanità e sulla civiltà. Qualche momento di tensione, qualche sbavatura nell'atteggiamento, ma non solo da parte delle maestre, bensì anche mio. Nessuno è perfetto e a volte l'incontro è difficile, le visioni diverse, il confine tra il desiderio che il tuo bambino venga apprezzato e il rifiuto di alcune sane critiche costruttive è labile. Le medie Virgilio: addirittura la musica, flauto, clarinetto. Al primo saggio credevo di sognare: a Natale già suonavano insieme i violini, i fiati, il pianoforte, le chitarre. Ogni materia importante, ogni insegnante attento e responsabile. Qualche dubbio su alcuni argomenti, soprattutto nell'ambito della storia e della religione, delle materie umanistiche, l'attualità, ma mai nulla che non fosse possibile discutere con la professoressa. Qualche incertezza nelle lingue straniere, ma neppure mio figlio preadolescente si stava impegnando al massimo. E per fortuna che gli hanno permesso di essere solo un preadolescente del genere umano, e non un automa. Spronato il giusto, solo raramente criticato distruttivamente, anche se è successo, incoraggiato, ripreso severamente e a dovere in un paio di situazioni. Alla fine il dialogo è stato sempre una priorità rispettata, sia tra mio figlio e gli insegnanti, che tra loro e noi genitori. Ora il Liceo Classico Arnaldo: che botta, che cambiamento! Caspita come sono esigenti, che salto rispetto alle medie! L'ho fatto anche io e lo ricordo bene. Ma l'ho amato. Ed ora mio figlio ce la mette tutta ed impara che la qualità è una conquista, un impegno, serietà, concentrazione, passione, ma anche gruppo e solidarietà. Qualche dubbio profondo sulla occupazione e sull'organizzazione di Scola Ludens. Ma so che i professori sono lì e che dipenderà anche da me contribuire, in qualità di genitore, alla vita della scuola. E comunque a questo appuntamento con il famigerato Liceo ci è arrivato, forse non del tutto preparato, con qualche lacuna da colmare, perché sono stati anni difficili, anche perché deve ancora imparare a concentrarsi, ma con una autostima che lo sorregge e con fiducia in sé e negli adulti. Oltre che sentirmi grata e fortunata, mi sento orgogliosa dei miei concittadini professori della scuola pubblica. Nessuno mai si è permesso di inculcare alcunché nelle menti dei miei ragazzi, anzi direi proprio che quasi tutti si sono molto adoperati per renderle più ricettive e critiche, più aperte ed elastiche. Se qualcuno ci avesse provato, beh!... Ci siamo anche io ed il padre che diciamo la nostra e la facciamo valere, che dialoghiamo e presidiamo quotidianamente alcuni principi e tradizioni familiari. Dedico alle maestre e ai maestri dei miei figli queste parole, ma soprattutto ai miei ragazzi, perché sappiano come sono stati fortunati ad incontrare adulti così motivati, quasi ognuno di loro, a contribuire alla loro crescita, per preparare un futuro che sia degno d'essere vissuto, per tutti quanti.
Lettera firmata
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