Un consiglio ai giovani colleghi

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Le chiedo un breve spazio per rispondere alla lettera apparsa lo scorso 11 febbraio «Infermieri tra laurea e occupazione» a firma di 11 infermieri neolaureati in attesa di trovare occupazione. Hanno ragione i giovani colleghi quando affermano di trovarsi in un mondo completamente diverso da quello prospettato. Le statistiche degli ultimi anni hanno sempre collocato la professione infermieristica al primo posto in Italia nella graduatoria occupazionale (97% entro l'anno). L'attuale crisi economica ha imposto al settore sanitario una politica di contenimento delle spese attraverso il progressivo taglio dei posti letto ospedalieri e una drastica riduzione del turn over attraverso il blocco delle assunzioni.

Una situazione destinata a ripercussioni negative non solo sulla situazione occupazionale dei nuovi professionisti ma, come correttamente descritto nella lettera dei colleghi neoiscritti, anche per l'eccessivo carico di lavoro che grava, e sempre più graverà, sui professionisti della salute delle nostre strutture sanitarie. La temporanea disoccupazione non è certo dovuta ad un esubero di professionisti: gli infermieri continuano a mancare anche a Brescia dove, dati alla mano, la nostra media di 6 infermieri ogni 1.000 abitanti è più bassa di quella nazionale (7 ogni mille) e di gran lunga più bassa della media dei Paesi europei (9 ogni mille). Ciò significa, ad esempio, che nei nostri ospedali il rapporto numero di pazienti assistibili da ciascun infermiere è più elevato rispetto a criteri, non solo di efficacia, ma anche di sicurezza adottati a livello internazionale: ovvero se un infermiere ha un numero eccessivo di pazienti da assistere non solo è difficile assicurare le cure e l'assistenza necessaria, ma il rischio di errori è maggiore.

Altri ambiti in cui la presenza degli infermieri si è dimostrata efficace per i cittadini (es. cure primarie, continuità assistenziale ospedale-territorio, infermieristica di comunità...) aprirebbero nuovi sbocchi e nuove opportunità professionali.

Infine, mi permetta un invito ai giovani colleghi autori della lettera e a tutti gli altri in attesa di occupazione: il Collegio professionale non è solo un obbligo, ma anche un'opportunità per conoscere, confrontarsi, difendere, insieme, la deontologia e l'immagine dalla professione. Vi invitiamo pertanto a mettervi in contatto con la nostra segreteria 030.7291478 info@ipasvibs.it perché, unitamente al Consiglio direttivo, vorremmo incontrarvi per illustrarvi tutte le forme possibili di esercizio professionale. Vi aspettiamo!

Dr. Stefano Bazzana
Presidente Ipasvi
della provincia di Brescia
 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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