Tutti sul carro Brescia, nessuno pensa a Salò

In risposta ad una lettera sul caso Brescia-Pasini, si sostiene che tutta la vicenda può essere contenuta nel fatto che l’unica cosa importante è poter gridare «Forza Brescia» tutti insieme. Non si capisce però, perché questo non possa essere fatto col Brescia o superstiti in un campionato dilettanti, come previsto dalla sua situazione societaria. E termina scrivendo che «il resto conta zero»! Cioè, scippare il titolo alla squadra di Salò, anzi, estirpare il calcio dalla città di Salò e ai suoi tifosi, magari lasciare lo stadio deserto in mano di un presidente fuggitivo, blandito con la possibilità di giocare gratis in una piazza più grande, tutto questo «conta zero». Complimenti per sportività ed obiettività (anche se la pratica giornalistica di salire sul carro dei vincitori, è tutt’altro che rara).
Rossano ParoniSalò
Caro Rossano, non diamo mai peso alle illazioni, comprese le sue, così come cerchiamo di rifuggire ogni carro, quello dei vincitori, per primo. Apprezziamo invece della sua lettera, la passione che la motiva e una domanda legittima. Ha ragione. Se dallo sconquasso creatosi dopo il terremoto Cellino dovesse sorgere un nuovo Brescia, non sarebbe a costo zero. A pagare dazio, in quel caso, sarebbe un’altra società, costretta come minimo a scendere di categoria. La differenza, a favore dell’una e sfavore dell’altra, è costituita dal peso della storia (114 anni a 16) e dal fatto che, coincidendo con il capoluogo, il Brescia rappresenta idealmente un’intera provincia. In ogni caso si tratta di questioni opinabili e ciascuno ha le proprie ragioni. E il calcio, nel bene ma pure nel male, è anche questo. Grande rispetto per tutti allora, consapevoli che non siamo attori di nessuna vicenda, limitandoci a raccontarla, mantenendo equilibrio e schiettezza. Grazie per averci dato l’opportunità di tornarci sopra, anche se immaginiamo non sarà l’ultima. (g. bar.)
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