Troppi campeggi ormai trasformati in villaggi

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Ho avuto modo nei giorni scorsi, di cercare un posto tenda per degli amici ospiti sul nostro lago, cosa che parrebbe abbastanza semplice all’apparenza, ma non è così. L’affollamento di questo periodo certo non aiuta ma anche le sorprese sotto forma di risposte stupefacenti come ad esempio «No, noi posti per le tende non ne teniamo». Una circostanza avvenuta a Padenghe ma non solo, salvo poi scoprire che l’intero campeggio era dedicato a turisti stanziali che hanno fabbricato casette via via ingrandite, simili a baraccopoli vere e proprie. Situazione simile agli altri nostri laghi del resto, da come si legge sulle pagine del vostro giornale, con proteste da parte di chi si sente in diritto, (io pago) di occupare quegli spazi per sempre. Plaudo quindi agli interventi della Soprintendenza, che nega a noi abitanti lacustri di aprire una finestrella e chiude gli occhi di fronte a casette a due piani, complete di tutto, ben visibili ancora oggi del resto, sul lungolago Padenghe-Moniga. È del resto una situazione molto italiana. Ricordo le dichiarazioni di un noto imprenditore gardesano Risatti, che facendo il punto sulla situazione turistica dell’anno passato, asseriva che i bungalow sull’Alto Garda erano pieni ma di queste strutture, nel Basso Garda si era ancora troppo sprovvisti. Una visione singolare da parte di un amministratore. Il campeggio visto come un ripiego se c’è il pienone negli alberghi, una succursale di casette facili da gestire e ben lucrose. Sfugge forse ai più, che non solo all’estero, c’è chi ancora concepisce una vacanza in una comoda tenda, sotto un albero per sé e per la propria famiglia, e questo è un modo diverso di concepire la vacanza e lo stare insieme in libertà. Difficile spiegare a chi non ha mai fatto questa scelta e non ci meraviglia dunque, l’atteggiamento di alcuni imprenditori o amministratori che ignorano volutamente per dedicarsi a ben più lucrose prospettive. Potrebbe destare meraviglia sapere che alcuni centri turistici non certo minori come Salò, non hanno mai avuto un camping sul loro territorio, con buona pace di ciò che si definisce accoglienza turistica diversificata. Scelte precise, certo e sicuramente dettate da ben altri interessi. Avanti dunque con ex campeggi trasformati in villaggi in finto legno, dove gli ospitati sono sempre le stesse famiglie ormai da generazioni! E avanti con le proteste perché non gli si concede di costruire una baracca ben visibile perché deve essere ovviamente vista lago. Difficile spiegare questo atteggiamento così miope che sempre più si sta diffondendo, a degli stranieri a cui piace la vita all’aria aperta, gli italiani questa lucrosa e comoda deriva dei villaggi e campeggi turistici, la conoscono da tempo.

// Sergio Boem
Padenghe sul Garda

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