Trenord, il biglietto non obliterato che però ho pagato
Mi rendo perfettamente conto che esistano problemi ben più gravi, ma ci tengo a raccontare un episodio riguardante il personale di bordo di un treno regionale Trenord del 09/05/2018 con destinazione Milano Centrale e poter così indurre tutti i miei concittadini, o per lo meno coloro che usufruiscono del servizio ferroviario, a una riflessione che spero possano trovare interessante. Ricevuto scontrosamente l’ordine di presentare il mio titolo di viaggio, pur non giustificandomi per il mio inadempimento circa l’assente convalida del biglietto, ho manifestato il mio stupore all’agente di bordo quando ha saputo rifiutarsi di obliterarlo manualmente, dal momento che più volte mi era capitato di assistere a scene in cui i controllori convalidassero il biglietto a bordo. Preciso dicendo che ho acquistato il mio biglietto alla stazione di Brescia con destinazione Milano Centrale e il controllore in questione ha verificato il mio biglietto ormai alla stazione di Rovato, quindi, già di primo acchito, si potrebbe pensare che non avrei mai potuto, mi passerete il termine, «truffare» l’azienda Trenord; in realtà, seppur in modo estremamente utopico, ho riflettuto che potrebbe esistere una variante di questo tipo e più avanti proverò a esplicitarla. In modo davvero maleducato l’agente in questione ha perciò sostenuto che non mi avrebbe fatto pagare il prezzo previsto dalla sanzione amministrativa di 46,50 euro e per non so quale ragione (perché davvero non ne ho ricevuta alcuna) mi ha invece ordinato di pagare 11,50 euro; diversamente mi avrebbe fatta scendere dal mezzo chiedendomi i documenti, quindi chiamando i carabinieri. Al di là di tutto quello che si sente oggigiorno in merito a chi viaggia sui mezzi Trenord in modo assolutamente irregolare, cioè senza biglietto, mi domando, e colgo così l’occasione per suscitare nei lettori la stessa perplessità, da un lato la ratio della dovuta convalida del biglietto regionale, dato che, non solo la durata è ormai limitata alle 24h, ma che il luogo di partenza come quello di destinazione sono ben definiti sul titolo di viaggio e io sarei dovuta tornare a Brescia con un altro mezzo o un altro biglietto e ritornare a Milano per dover, mi scuserete di nuovo il termine, «truffare» l’azienda Trenord. Inoltre mi domando, in veste di regolare utilizzatrice del trasporto, (nel mentre ho infatti prontamente pagato la cifra richiesta) il senso di questi 11,50 euro: mi è stato forse fatto un prezzo di favore e perciò non ero ancora legittimata a viaggiare? Cosa rappresentava la cifra che ho dovuto forzosamente pagare? Concludo dicendo che la modalità di interazione del personale di bordo suddetto ha dello sconcertante ed è chiaramente fattore di degradamento della professionalità dell’azienda. Dopo avergli domandato le credenziali, si è congedato sostenendo in modo più che arrogante che già altri passeggeri di bordo gli avevano posto la stessa domanda: ci sarà forse un perché? PS: ho segnalato, tramite ricorso cartaceo, dal momento che la Pec dell’azienda al momento risulta non funzionante, il comportamento decisamente spiacevole del controllore, pur specificando chiaramente che mi ritenevo assolutamente responsabile del mancato adempimento di convalida, il quale, almeno per ora, risulta doveroso.
// Sofia ZilioliCellatica
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