Treno per Parma Nuove tariffe e vecchia sporcizia

Sono una ragazza di Brescia e frequento ormai da 5 anni l’università di Giurisprudenza di Parma. In questi 5 anni ho sempre preso lo stesso treno che da Brescia arriva a Parma passando per vari paesi della provincia di entrambe le città. Avrei da raccontare infinite disavventure. Ho davvero perso il conto delle volte in cui questo treno mi ha creato dei disagi. E non parlo solo dei ritardi di ore, nemmeno comunicati nei vagoni, ma parlo anche della totale mancanza di pulizia di questo treno. Scenderò nel dettaglio. Il treno è sporco, i sedili unti, i finestrini con macchie ormai tendenti al nero. Il treno frena a volte all’improvviso, con frenate fortissime, brusche, che se sei in piedi perdi l’equilibrio. Il treno non sempre ha posti sufficienti per far sedere tutti, addirittura a volte ha un vagone in meno, quindi spesso i viaggiatori si trovano ad affrontare un viaggio di 2 ore e mezza in piedi. Già, 2 ore e mezza, perché il treno dovrebbe metterci in effetti due ore nel tragitto, ma la prassi è che ce ne metta 2 e mezza o 3. Purtroppo non sto esagerando, questo treno lo prendo una o due volte a settimana ed ogni volta è sempre, sempre, sempre così. Io trovo inaccettabile un servizio del genere, io pago sempre il biglietto perché sono una persona civile, ma dovrei rifiutarmi di pagare un servizio del genere, perché tale non può definirsi! In questi 5 anni non c’è stato alcun cambiamento a questo treno che sarà, senza esagerare, degli anni ’80. Anzi in verità un cambiamento c’è stato: il prezzo del biglietto è aumentato, da 5 euro a 7,95, ma a fronte di un disservizio che è rimasto lo stesso. Dovremmo essere pagati noi viaggiatori per il coraggio di prendere un treno del genere. È vergognoso, è un insulto per le persone. Sono convinta che la situazione non cambierà, andrà avanti così fino a che questo treno non morirà di morte naturale, perché è talmente vecchio che un giorno smetterà di funzionare definitivamente. E sono convinta di ciò perché questo treno trasporta principalmente ragazzi, che frequentano l’università o le superiori, e stranieri che vanno o tornano dal lavoro. Categorie di persone che in Italia devono stare zitte e si devono adattare.
// Lettera firmata Gentile lettrice, purtroppo è quotidiano lo stillicidio di notizie su ritardi e disservizi (piccoli o grandi) relative alle linee ferroviarie che toccano la nostra città. Ce lo confermano, ancora una volta, la sua lettera come la collezione del nostro giornale, che solo nell’ultima settimana ne ha riportate quasi tutti i giorni (ne parliamo diffusamente anche oggi a pagina 12). L’esasperazione di chi deve giornalmente usufruire di un treno per recarsi al lavoro, per andare a studiare o per motivi familiari, è del tutto comprensibile. Così come lo sarebbe anche quella dell’utente occasionale che ha pagato il suo regolare biglietto per avere un servizio standard. I risarcimenti previsti per i ritardi sono assolutamente dovuti ma, se si protraggono nel tempo senza soluzione dei problemi (come sembrano dimostrare i dati che riportiamo a pagina 12), restano una compensazione irrisoria di fronte ai disagi che si devono subire, e soprattutto corrono il rischio di avere il sapore di una beffa. (g. c.)Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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