Treni: Bergamo invocò Vienna, e noi aspettiamo

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Nel 1838 la progettazione della linea ferroviaria Milano - Venezia iniziata alcuni anni prima subì un rallentamento a causa delle forti proteste dei bergamaschi. Il tracciato prevedeva che, per motivi tecnici ed economici, all’altezza di Treviglio il percorso ferroviario proseguisse verso Brescia senza toccare Bergamo. Fiumi di inchiostro furono versati, sentiti innumerevoli pareri di tecnici specializzati e alla fine un’apposita commissione espresse parere favorevole alla richiesta di Bergamo. Il responso fu sottoposto all’approvazione imperiale che, nel 1842, ribaltò la decisione e si espresse definitivamente contro la deviazione verso Bergamo. Sono passati 170 anni e la storia si ripete: non più i bergamaschi che chiedono l’intervento di Vienna ma i bresciani, divisi tra Comune capoluogo e Provincia che chiedono l’intervento di Roma. La Provincia di Brescia, forte dell’approvazione del progetto da parte del Cipe nel 2009, ha confermato con l’approvazione del Ptcp il passaggio della linea di Alta velocità a sud di Brescia con fermata nella nuova stazione di Montichiari. Il Comune di Brescia per contro, insiste perché si riveda il progetto approvato dal Cipe e si opti per un tracciato che all’altezza di Travagliato, anziché proseguire per Montichiari, faccia una deviazione in direzione Brescia. Per l’ingresso in città si sfrutterebbe con le opportune modifiche il sedime ferroviario esistente mentre l’attraversamento e l’uscita dalla città avverrebbero in sedime interrato. Si tratta di due visioni nettamente contrastanti la cui validità, nel progetto «Stazione a Montichiari», si è affievolita col trascorrere del tempo. Tale ipotesi è infatti legata a un disegno che allora, eravamo agli inizi degli anni 2000, prefigurava uno scenario di sviluppo a Montichiari di un nuovo hub aeroportuale in funzione complementare a Malpensa, in alternativa all’ampliamento della stessa e al servizio dell’intera area padana. Allo stato dei fatti oggi questo disegno appare anacronistico. Montichiari nel sistema aeroportuale lombardo-veneto difficilmente potrà recuperare un ruolo di grande aeroporto passeggeri, la sua vocazione appare, ed è stata confermata in questi giorni, quella di scalo merci. La fermata dell’alta velocità all’altezza di uno scalo merci, non avrebbe alcun senso anche perché se proprio lo si ritenesse necessario l'aeroporto potrebbe essere facilmente collegato con una bretella alla linea Fs Brescia-Parma. Probabilmente si è ancora in tempo per sospendere ogni decisione e aprire un confronto tra Comune di Brescia, Regione Lombardia Provincia di Brescia e Ferrovie dello Stato per individuare la soluzione migliore per il territorio bresciano, tenendo ovviamente conto da una parte dei risparmi derivanti dal cambio percorso e dall’eliminazione della Stazione di Alta velocità di Montichiari e dall’altra dei maggiori costi derivanti dall’interramento del tracciato per l’attraversamento della città. Il collocamento della fermata di alta velocità a Brescia sarebbe in armonia con le esperienze europee più qualificate che hanno dimostrato come le stazioni ferroviarie costituiscano un luogo privilegiato dove si organizza l’interconnessione tra i diversi modi di trasporto, tappa intermedia, punto di passaggio e di snodo dello spostamento. La stazione ferroviaria di Brescia ha tutte le carte in regola per assumere questo ruolo: punto di interscambio fra l’attuale rete del trasporto urbano ed extraurbano con la fermata della metropolitana, una rete ferroviaria che forse non ha eguali in altre realtà lombarde (linea Brescia - Cremona,Brescia-Parma,Brescia- Iseo - Edolo) oltre naturalmente alla Milano - Venezia e un grande parcheggio interrato con oltre mille posti macchina. Giorgio Schiffer Brescia

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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