Trasporto pubblico. Nessun miracolo, serve competenza

Con riferimento agli articoli di ieri, aventi ad oggetto la situazione dei trasporti scolastici nella Bassa bresciana, ritengo utile fornire alcuni commenti al fine di valorizzare la ricerca che in modo strutturato ha analizzato i bisogni di uno specifico quadrante territoriale di una provincia tanto complessa quanto articolata. Ciò anche al fine di non ingenerare facili entusiasmi ed aspettative nell’utenza e presso le Istituzioni anche in relazione a quanto l’Agenzia del Tpl ha fatto e sta facendo per migliorare i servizi offerti al pubblico, in un quadro generale caratterizzato da evidenti limiti (sia di carattere economico che tecnico-di personale). Il grande merito dello Studio dell’Università di Milano, elaborato nell’ambito dell’Hub della Conoscenza, è sicuramente quello di aver tematizzato una matrice delle criticità dei sistemi di trasporto pubblico che riguardano la Bassa bresciana, coinvolgendo tanto le istituzioni scolastiche che quelle Amministrative con l’obiettivo di promuovere analisi che possano portare all’individuazione di soluzioni fattibili e concrete. Nell’evidenziare che l’Agenzia del Tpl che rappresento è impegnata da tempo a sviluppare le analisi tecniche, organizzative ed economiche che porteranno nel 2026 a rivedere i contratti in essere con l’aggiudicazione di nuovi affidamenti, ritengo necessario evidenziare che l’innovativo studio, e le eventuali proposte di soluzione, dovranno trovare una necessaria composizione con i bisogni dell’intera provincia e, soprattutto, la possibilità di gestire contrattualmente ed economicamente le soluzioni proposte. In ogni caso i numeri della Provincia sono tanto più compositi e complessi da richiedere uno sforzo di sintesi che i soci dell’Agenzia (oggi, la Regione, la Provincia e tutti i Comuni della provincia stessa, su proposta del Cda dell’Agenzia) dovranno assumere per identificare i futuri bisogni proprio con l’approvazione del nuovo Piano di Bacino che prevederà l’articolazione delle nuove gare e l’organizzazione dei nuovi servizi. In ogni caso lo studio, seppur ristretto ai soli bisogni scolastici di una limitata porzione di territorio, conferma quanto l’Agenzia sta sostenendo da anni nei propri documenti di programmazione e nelle riunioni con il territorio, ossia che esiste una domanda di trasporto pubblico che resta insoddisfatta dall’attuale produzione di corse, sia con riferimento alla struttura delle linee (impianto ottocentesco delle relazioni tra origini e destinazioni dei trasporti) che alla necessità di dare risposte ai nuovi bisogni scolastici e non scolastici con limiti alla disponibilità di risorse. Anche la stampa, da anni, dà conto di come la generale attenzione ai temi del trasporto pubblico sia principalmente indirizzata, nel dibattito politico a tutti i livelli ma anche come espressione dei portatori di interessi, ai soli trasporti scolastici, con l’aggravante del riconoscimento di risorse economiche decrescenti in termini reali (in quanto non viene compensata nemmeno l’inflazione e, dunque, si devono operare continui tagli alla produzione dei servizi effettuati); gli stessi enti locali, al di fuori di programmazioni territoriali complessive, chiedono frequentemente all’Agenzia lo spostamento di percorsi e fermate dalle direttrici storiche contribuendo ad aggravare il servizio in termini di tempi di percorrenza e costi e rendendolo sempre meno attrattivo all’utenza ordinaria. In questo quadro complesso, l’Agenzia (ora rappresentata da me, prima da Bragaglio e Ghirardelli che l’hanno costruita e ben gestita fino al pieno Covid) sta operando da anni per migliorare l’offerta attraverso un processo, necessariamente concordato con le Aziende affidatarie e condiviso con i territori, di razionalizzazione di linee e corse e di ampliamento dell’offerta lungo l’intero arco della giornata, al fine di ottenere, in attuazione alle direttive regionali, un sistema integrato con i servizi ferroviari, teso a soddisfare l’utenza di ogni ordine e grado, e non solo quella degli studenti. È un processo lungo e difficile che richiede professionalità e capacità di analisi, di proposta e di negoziazione non indifferenti e non facilmente disponibili. Giova quindi la conoscenza approfondita dei fenomeni che l’Hub della Conoscenza sta cercando di veicolare ma, soprattutto, giova il rinnovato confronto con gli Istituti superiori del territorio (che l’Agenzia svolge dalla sua nascita) e ben venga il confronto proposto con i sindaci, altra attività che sta nel Dna stesso dell’agenzia in quanto i Comuni sono soci dell’Agenzia. Mi permetto comunque di evidenziare che non esistono soluzioni miracolistiche ai problemi del trasporto pubblico perché esistono condizioni tecniche, economiche e giuridiche che devono trovare una loro composizione prima di poter intraprendere qualsiasi cambiamento che abbia impatti decisivi; non bastano quindi le suggestioni delle proposte, per quanto autorevoli e ben realizzate e, soprattutto, qualunque scelta va inserita nel più complesso quadro provinciale. In conclusione, mi sia consentito di tornare sui trasporti scolastici che, lo ricordo ancora, sono solo una delle componenti da considerare quando si deve disegnare una rete di trasporto a servizio di territori complessi come quello bresciano; molti problemi riportati negli articoli, dal sovraffollamento delle corse, ai ritardi, alla mancanza di spazi per la sosta dei bus nei pressi delle scuole, rappresentano situazioni storiche e lo studio dell’università li richiama doverosamente. Come noto, per altro, durante il periodo del Covid, con l’autorevole pressione della Prefettura, i trasporti scolastici avevano potuto adottare il doppio ingresso in molte scuole e classi riuscendo a ridurre l’affollamento, anche se a costo di maggiori costi (causati da maggiori percorrenze) coperti dal Governo nell’emergenza. Successivamente non è stato possibile proseguire l’esperienza per le difficoltà di conciliare le autonomie scolastiche e l’indisponibilità di risorse economiche adeguate. Anche altri temi, a nostro parere dovrebbero essere affrontati: settimana corta? Gestione degli spazi esterni alle scuole che penalizzano le aree di manovra degli autobus e la sicurezza degli studenti a vantaggio dei parcheggi auto? Accessibilità limitata ai mezzi pubblici con favoritismo della mobilità privata con conseguenti giri viziosi con aumento di congestione e ritardi dei mezzi pubblici? Adeguamento delle risorse destinate al trasporto pubblico in parallelo all’aumento delle richieste di nuovi servizi da parte dei Comuni? Mi auguro, dunque, che anche questi possano essere i temi di confronto con le scuole e con gli enti locali che potranno essere sviluppati in seguito alla presentazione dello studio dell’Hub della Conoscenza; assicuro che l’Agenzia parteciperà con entusiasmo, passione e proposte concrete.
Giancarlo GentiliniPresidente Agenzia del Trasporto Pubblico Locale di Brescia
Caro presidente, considerato l’interesse dell’argomento e il servizio pubblico che rappresenta, pubblichiamo per esteso la sua lettera. Consapevoli che ogni entusiasmo sarebbe fuori luogo, trattandosi di una porzione di territorio limitata a una trentina di Comuni, ma ribadendo altresì ciò che lei stesso riconosce, cioè che si tratta di un modello. Un modello che meriterebbe di essere esteso a tutta la provincia. Soltanto così il trasporto pubblico sarà motore di cambiamento e non soltanto un carrozzone che la collettività traina con fatica e gran dispendio. (g. bar.)
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato