Trasferito d’ufficio ad altro istituto per «Buona Scuola»

AA

Cari ragazzi... Come qualcuno avrà già saputo, quest’anno scolastico entrante, non mi vedrà più tra voi, fra i «nostri» banchi. Tengo a precisare che il mio sarà un trasferimento d’«ufficio», dovuto principalmente a questioni organizzative d’istituto e non per mia volontà. Vi scrivo queste due righe senza alcuna polemica, per spiegarvi queste scelte fatte da altri. La recente normativa della Legge 107 «Buona Scuola» indirizza la sua attenzione verso una riorganizzazione più funzionale della «macchina scolastica» che spesso è complessa e farraginosa e difficile da districare soprattutto in avvio d’anno, quando l’assegnazione di cattedre e la reperibilità dei Docenti è molto difficoltosa. Il problema evidenziato è naturalmente solo la punta dell’iceberg, ma purtroppo, lì si deve agire per garantire un avvio d’anno il più possibile regolare, limitando i disagi dell’utenza (cioè voi e i vostri genitori). La scelta quindi di ottimizzare le cattedre e di conseguenza, l’assegnazione dei Docenti alle stesse è il motivo sostanziale del mio trasferimento. La «Buona Scuola» infatti, fra i suoi dettami, ha raccolto in unico organico i Docenti, indipendentemente dai plessi in cui sono chiamati ad operare. I tre plessi del nostro istituto, raccolgono quindi in un unico organico tutti i Docenti che saranno poi distribuiti sui tre plessi, cercando di non lasciare troppi spezzoni (residui orari) di cattedra. Questa è la parte tecnica, un po’ noiosa e non sempre facile da spiegare. Chiaramente un Dirigente (il termine stesso richiama non solo una variazione di forma rispetto al ruolo da molti ricordato), deve tener conto dell’ottimale funzionamento soprattutto organizzativo del proprio istituto, assumendosi chiaramente le proprie responsabilità di Dirigente; così come la segreteria, molto impegnata con i continui e asfissianti (nella tempistica e nella sostanza) procedimenti burocratici deve attivarsi a dare esecutività ai dettami normativi. Poi c’è la parte a mio avviso sostanziale che dovrebbe essere predominante ai fini di rendere veritiero lo slogan «la Buona scuola». L’organizzazione e il risparmio di risorse sono chiaramente determinanti per il buon funzionamento aziendale ma, essendo la scuola in parte, qualcosa di diverso da un’azienda, l’attenzione alla continuità didattica intesa come dar seguito a: progetti attivati ed in corso, ai buoni rapporti con Istituzioni territoriali che nel tempo si sono consolidate, nello stringere rapporti sereni (e un po’ affettivi) con alunni e famiglie, dovrebbero essere motivazioni altrettanto valide ai fini dell’ottenimento di quanto richiesto dalla Buona Scuola. Per ultimo, tengo a precisarvi che per me il cambio di sede è un evidente vantaggio in termini di tempo ed economici rispetto al mio luogo di residenza, a cui avrei rinunciato volentieri pur di rimanere con voi.

// Enrico Di Maggio
Gardone V.T.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia