Tir bloccato al Gavia la via più breve per il navigatore
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Era già successo, se non ricordo male, due anni fa che l’autista di un tir polacco impostando il navigatore satellitare sulla modalità «via più breve» per arrivare a destinazione aveva imboccato la strada che porta al passo Gavia salendo da S. Apollonia, lato bresciano, rimanendo puntualmente bloccato al primo tornante secco dei tanti che contraddisitinguono la salita al passo. Questo fatto mi è tornato alla mente leggendo la notizia riportata dal Giornale dì Brescia di un caso simile accaduto pochi giorni fa di un furgone bloccato tra l’altro in una posizione pericolosa, con due ruote nel vuoto, sempre sulla strada che porta al passo Gavia. Percorro varie volte all’anno la suddetta strada, nel mio peregrinare in moto, che collega Ponte di Legno a Santa Caterina Valfurva ogni volta con un certo timore data la ridotta sede stradale di molti tratti e la mancanza di protezioni laterali, più di una volta ho rischiato la collisione con altri mezzi. Anni fa ho visto un camper scendere verso Ponte di legno con la moglie del conducente, davanti al mezzo indicare come poter affrontare le strette curve. È evidente il disagio provocato oltre che ai conducenti dei mezzi sopra citati alla viabilità ordinaria con la strada bloccata per ore con lunghe code di veicoli fermi, ed una volta rimossi i mezzi bloccati la gestione del traffico dato che in molti tratti due vetture affiancate non possono passare. Forse ci sono, ma non mi sembra di aver visto salendo da entrambi i lati del passo, cartelli che segnalassero il divieto di transito a mezzi diciamo «ingombranti». Forse basterebbe installare a valle quei «segnalatori, d’altezza», o come le chiamo io «forche caudine» che si vedono all’ingresso di molti parcheggi per non far entrare mezzi che superano una certa altezza e quindi ingombro. Ammetto la mia ignoranza in fatto di leggi, norme o competenze in materia di viabilità, ma credo che con un minimo di buon senso di volontà e di collaborazione tra gli enti che gestiscono la strada e di conseguenza la sicurezza degli utenti, una soluzione si possa trovare prima che succeda l’inevitabile, per non trovarsi poi ad assistere al solito teatrino dello scarica barile sulle responsabilità. Come dice un detto «prevenire è meglio che curare». // Sandro Sandrini
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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