Tessera sanitaria a... singhiozzo È un’ingiustizia

Lettere al direttore
Lettere al direttore
AA


Sono Liliana Catargiu residente in Italia da 15 anni e a Botticino da 10, e vi scrivo perché sbalordita, delusa da uno Stato assente.

Provo a raccontarla in breve.

A giugno 2023 ero andata all’Ats di Rezzato per cambiare medico di base, perché il mio andava in pensione. In quel momento mi hanno detto che non ho più diritto all’assistenza sanitaria in Italia ma perché risultavo disoccupata nonostante ero appena stata al centro per l’impiego a fare la DiD. Dopo vari interventi sono riuscita a riattivarla per un anno e ho anche trovato un nuovo lavoro.

Il 13 settembre 2023 ho firmato il contratto per 2 mesi. Da allora il mio contratto lo rinnovano sempre così, ogni 2 mesi. Siccome mi era scaduta di nuovo la tessera sanitaria sono andata a rinnovarla. Il problema è che l’hanno rinnovata soltanto fino al 30 settembre 2024, il tempo del contratto (2 mesi). Ho chiesto perché? Lavoro con il contratto da quasi un anno, anche se con il rinnovo ogni 2 mesi. Mi hanno detto che questa è la legge!

Voglio precisare che ho fatto anche il 730 quest’anno e ho pagato tasse di tasca mia. Al comune di Botticino sono sullo stato di famiglia del mio compagno (con la casa di proprietà), a suo carico per l’assicurazione sanitaria pagata dalla ditta dove lavora lui, con tanto di dichiarazione nel comune che, se non dovessi lavorare, sarò comunque a suo carico.
Liliana Catargiu

Cara Liliana,

quando i grandi eserciti si muovono, sono i poveri diavoli a rimetterci. Vale pure per le leggi, che sulla carta scorrono via senza inghippi, mentre nella pratica mostrano più buchi del mantello di Diogene.

Occorre essere onesti: capita in Italia, come altrove. Certo, qui ce ne accorgiamo di più, poiché ci tocca da vicino. L’unico rimedio tuttavia è non lasciarsi cadere le braccia, non chinare il capo di fronte a un’incongruenza o, peggio ancora, a un’ingiustizia, trovando il modo di reagire, denunciare. Proprio come lei, che non si è rassegnata. I diritti infatti non esistono in natura, né sono concessi per grazia, bensì sono costati sacrificio a chi ci ha preceduto, per ottenerli, e richiedono fatica, a noi, per mantenerli. Da parte nostra siamo e saremo sempre in prima linea, facendo ciò che ci compete: dare evidenza, voce, perché non sia la battaglia di uno, ma l’interesse di molti. (g. bar.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato