Teoria Gender le leggi dello Stato ignorano la Natura

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Le chiedo questo spazio perché vorrei poter intervenire in merito alla lettera dal titolo «Immotivato allarme sull’ideologia gender a scuola» pubblicata il 26 agosto. Come ho già avuto modo di esprimere in una mia precedente lettera, vorrei ribadire come sia evidente che nella realtà quotidiana ci si debba confrontare con un dato di fatto per cui, ci sono maschi e femmine che si sentono profondamente maschi e femmine, altri invece che si sentono vicini per empatia, sensibilità, affinità elettiva all’altro sesso, o che amano persone del proprio stesso sesso, e altre ancora che non si sentono né l’una né l’altra cosa e hanno difficoltà a definirsi. Ogni sua sfaccettatura ha esattamente la stessa dignità delle altre e va assolutamente rispettata senza ombra di dubbio. Una cosa però è inquadrare un dato di fatto, un’altra cosa è trasformarla in un insegnamento scolastico, sin dai primi anni della scuola dell’infanzia. Rispetto qualsiasi punto di vista ma ritengo che «insegnare» la cultura gender (di genere) a bambini dai 4 anni in su è una cosa assolutamente poco sensata, oltreché dannosa, per i bambini stessi in quanto potrebbe tradursi in uno stimolo a non dare per scontata la propria identità e a creare confusione nel bambino: chi ci può garantire che non si trasforma in una distorsione del loro approccio con la propria psicologia? Se un ragazzo ha determinati «dubbi» sulla propria identità di genere, più che leciti, devono venire fuori spontaneamente, quando il bambino o la bambina avranno raggiunto una maturità adeguata per porsi queste domande, non prima! L’omosessualità in sé non mi turba affatto e non mi chiedo nemmeno da che cosa dipenda. Mi dà fastidio, invece, quando (come il femminismo) si trasforma in ideologia. In categoria, in partito, in lobby economica, culturale e sessuale anche perché ogni essere umano nasce da due individui di sesso diverso, che ci piaccia o no! Ritorno coerente al tema in discussione: l’Unione Europea (Italia compresa) ha evidenziato la necessità di insegnare la Teoria del Gender emanando ed approvando lo «standard dell’educazione sessuale» che recepisce le linee guida Oms (Organismo Mondiale della Sanità) e che, con la «buona scuola» di Renzi, diventano legge dello stato per l’insegnamento scolastico. Insegnamento scolastico che cerco di sintetizzare e semplificare il più possibile: Ai bimbi dagli 0 ai 4 anni gli educatori dovranno trasmettere informazioni su masturbazione infantile precoce e scoperta del corpo e dei genitali, mettendoli in grado di esprimere i propri bisogni e desideri, ad esempio nel «gioco del dottore». Dai 4 ai 6 anni i bambini dovranno invece essere istruiti «sull’amore e le relazioni con persone dello stesso sesso», «parlando di argomenti inerenti la sessualità con competenza comunicativa». Dai 6 ai 9 anni, i maestri terranno lezioni su «cambiamenti del corpo, mestruazioni ed eiaculazione», facendo conoscere loro «i diversi metodi contraccettivi». Dai 9 ai 12 anni i ragazzi dovranno già avere ampia competenza, diventando esperti nel «loro utilizzo» e venendo informati su «rischi e conseguenze delle esperienze sessuali non protette (le gravidanze indesiderate)». Da adolescenti, nella fascia puberale tra i 12 e i 15 anni gli adolescenti dovranno acquisire familiarità col concetto di «pianificazione familiare» e conoscere il difficile «impatto della maternità in giovane età», con la consapevolezza di «un’assistenza in caso di gravidanze indesiderate e la relativa “presa di decisioni” (aborto)». A quell’età, ormai matura secondo i nostri governanti, i ragazzi dovranno essere informati sulla possibilità di «gravidanze anche in relazioni omosessuali» e sull’esistenza del sesso inteso come «prostituzione e pornografia», venendo messi in guardia «dall’influenza della religione sulle decisioni riguardanti la sessualità». Il grande inganno consiste nel voler far passare come sensibilizzazione alla democrazia e alla tolleranza, quella che in realtà è la cancellazione di ogni legame e di ogni identità culturale, storica, religiosa, familiare e sessuale. In base ad percorso di spersonalizzazione e omologazione della persona, attraverso il livellamento dell’identità sessuale e la distruzione della famiglia dove i genitori esistono solo come fonte «informale» dell’educazione dei figli. C’è chi si preoccupa perché intravede che vi possa essere una «crociata» contro questa legge per semplici scopi politici, a costoro vorrei dire che c’è ben altro di cui preoccuparsi: le leggi dello Stato non possono ignorare le leggi della Natura. Con l’insegnamento del gender si vuol far passare l’idea che i bambini debbano crescere ritenendo equivalenti una scelta sessuale determinata o neutra, così come una famiglia composta da una mamma e un papà oppure da due mamme o due papà. Questa è la mia vera preoccupazione condivisibile da tutti, spero! // Franco Savoldi Flero

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