Taglio retroativo allo stipendio dei docenti

AA
Le scrivo per denunciare l’ennesimo sopruso perpetrato dallo Stato ai danni della categoria degli insegnanti tanto più odioso quanto più tutti (a cominciare dal Ministro) insistono ma solo a parole, purtroppo, sulla centralità e sull’importanza della funzione docente. Vengo ai fatti.
Nell’anno appena trascorso, dopo faticosissime e laboriose trattative sindacali, agli insegnanti che avevano maturato già nel 2011 il diritto allo scatto stipendiale di anzianità (che avviene ogni sette anni ed è l’unico modo per migliorare la misera busta paga), dopo un blocco durato un anno è stato concesso di avere il sospirato aumento (circa 150 euro) tramite un accordo che ha consentito ai docenti interessati di avere in busta paga dal mese di aprile 2013 le loro spettanze con i relativi arretrati (in media 2.000).
Tale accordo - si badi bene- era stato siglato reperendo i fondi destinati al Fondo d’Istituto di ogni scuola, il quale pertanto era stato decurtato di circa il 50%. Un accordo discutibile, ma negoziato con le parti sindacali e pertanto senza ulteriori aggravi per le finanze dello Stato.
Ora, una Nota del Ministero dell’economia del 27 dicembre 2013, giunta quasi di soppiatto, stabilisce che l’art. 1, comma 1, lett. b) della Legge di stabilità dispone la proroga fino al 31 dicembre 2013 dell’art. 9, comma 23, D.L. 78/2010, relativo al blocco degli automatismi stipendiali per il personale del Comparto Scuola... dunque gli aumenti concessi sono illegittimi! Di conseguenza, già a partire dal cedolino dello stipendio di gennaio 2014 sono previste trattenute mensili di euro 150 per chi aveva avuto gli arretrati del 2012... fino alla concorrenza del debito! 
Una cosa incredibile, assurda, mai vista prima... è indecente chiedere con una norma retroattiva la restituzione dei soldi a una categoria che già si trova sull’orlo dell’impoverimento, con buste paga degli insegnanti già ridotte all’osso e doppiamente penalizzate dal mancato rinnovo del contratto e dal blocco degli scatti 2013. Tanto più che quei soldi erano stati reperiti tagliando in misura drastica il Fondo d’Istituto del 2012/2013. 
Cosa dice il Ministero dell’istruzione? Verranno forse restituiti tali fondi alle scuole? Non credo proprio...
Ripeto, una faccenda scandalosa, da cui traspare l’indifferenza e l’incapacità di una classe politica che reputa la scuola solo come un settore da perseguire con tagli e con pesanti interventi sui diritti acquisiti dei lavoratori, anziché considerarlo un comparto decisivo per il progresso sociale, culturale ed economico del Paese. È necessario ed ineludibile che una nuova classe politica investa nella scuola a partire dall’innalzamento degli stipendi dei docenti italiani, che risultano tra i più bassi d’Europa; docenti i quali- nella stragrande maggioranza - nonostante tutto, svolgono con passione, impegno ed abnegazione il loro lavoro.
Mario Fraccaro
Dirigente Scolastico
IIS Don Milani
 

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