Struggente la lettera al nostro patrono Giovita

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Desidero esprimere i miei complimenti a Massimo Lanzini del Giornale di Brescia per la «lettera aperta» al Santo Patrono Giovita. Era tempo che venissero scritte parole di ammirazione e solidarietà per questo martire un po’ negletto, patrono della nostra città insieme a San Faustino. Una rievocazione rispettosa e struggente al tempo stesso. Compagno d’arme di San Faustino nelle vicende della vita, unito nella incrollabile testimonianza della fede cristiana e nella sofferenza del martirio, Giovita non è stato purtroppo «glorificato» e commemorato con uguale intensità, forse per insipienza o forse per una malintesa tendenza alla semplificazione. In effetti le dediche, nel tempo, hanno fatto riferimento, in generale, al solo San Faustino. Ma sono certa che i bresciani non l’hanno dimenticato e ne custodiscono da sempre un commosso e riconoscente ricordo. Ogni qualvolta mi trovo occasionalmente a percorrere quel tratto di strada che costeggia un pozzo dell’acquedotto comunale, al termine di via Cremona, il mio pensiero corre anche al Santo Patrono Giovita e, in religioso silenzio, rammento che proprio in quel luogo, secondo la leggenda, egli, impavido e altero, avrebbe versato il suo sangue insieme al nobile cugino Faustino. Questo ci narra la storia, ma fosse anche solo un’emozionante suggestione, la bella epigrafe in lapidario romano «Ab imo saliendo vivificat» (dal profondo salendo dona vita) ci ricorda che il sottosuolo irrorato dal sangue dei due martiri restituisce acqua vitale per dissetare la città.

// Adriana Pasini
Brescia

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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