Spiaggia Giamaica diventerà posto da bibita e sdraio

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È la prima volta che scrivo ad un giornale. Lo faccio perché qui a Sirmione sta succedendo una cosa un po’ particolare. Sirmione è stata considerata la perla del lago, sappiamo che Catullo ne decantò le bellezze e molti altri poeti fecero lo stesso. Esistono dei posti veramente magici in questo luogo, piccole zone poco conosciute dove il turismo di massa resta escluso perché bisogna sapere dove sono. In particolare parlo della spiaggia di rocce che è proprio in punta alla penisola. Un tempo quando ero ragazzino e vivevo in centro storico, c’erano le recinzioni che regolavano l’accesso, ci potevi arrivare solo dalle grotte o via lago. Nei mattini d’estate il vento del nord agita il lago tenendolo naturalmente pulito, l’acqua è limpidissima e la scogliera unica, tanto che sembra di essere in Sardegna. Non si sa chi la chiamò Giamaica, ma da allora questo è il suo nome. Sono passati trent’anni da quei giorni e questo splendido posto non è mai cambiato, ancora oggi posso tornare e riscoprirne la magia. Però non è più esclusività di quei pochi che allora la conoscevano, ora le reti di protezione non ci sono più e liberamente si può accedere. Però le cose potrebbero peggiorare perché la sovrintendenza che gestisce le grotte di Catullo ci vuole costruire un bar, poi arriveranno i lettini e gli ombrelloni, trasformando un paradiso in uno stabilimento di balneazione. Vorrei fare un punto, le Amministrazioni comunali che in questi anni si sono susseguite, hanno fatto il massimo per la tutela ambientale e del territorio, ricordo ancora le prime battaglie dei ragazzi più grandi contro il taglio dei canneti, luoghi dove la fauna trova riparo e nidifica, uno di questi ragazzi è tuttora sindaco e qui viene il bello. L’Amministrazione comunale è venuta a sapere del bando per il bar, quando ormai era già stato assegnato, ma oltretutto non era stato nemmeno segnalato adeguatamente, tanto che solo tre persone vi hanno partecipato. Purtroppo sembra che nessuno possa fare nulla e c’è il rischio che una bellezza naturale si trasformi in banalità e scempio ambientale. A parte il fatto che non capisco perché chi dovrebbe tutelare un luogo simile, offra l’opportunità di deturparlo, saranno sempre i soliti soldi, ma il disappunto di molti sta muovendo coscienze e raccolta firme. Se nemmeno il Comune può intervenire, mi chiedo quale sia la strategia giusta da adottare per evitare tutto questo. Mi rivolgo a lei perché saprà sicuramente molte più cose di me e forse potrà aiutarci a conservare il bello di quel magico posto. Non è importante che pubblichi ciò che ho scritto, ma che lei lo legga e mi dia conferma di averlo fatto.

// Gianfranco Monese
Sirmione
Il direttore risponde La questione è: un’area viene protetta vietandola o vivendola? E ancora: se la si vuole vivere, chi ne stabilisce i criteri? E chi ne controllerà il rispetto? Sollecitati dal lettore, ci siamo informati sui dettagli del progetto (vedi pagina 27) che è dichiaratamente rivolto a ridare valore al sito, contro il degrado e nel pieno rispetto delle sue peculiarità: chiosco per le bevande sì, lettini no. Tra un mesetto torneremo a verificare.

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