Sos, c’è da salvare la Fondazione Civiltà Bresciana
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Trent’anni fa, nell’ottobre 1984, ad iniziativa di mons. Antonio Fappani e di un gruppo di rappresentanti della cultura e delle istituzioni bresciani attenti al patrimonio di storia e di civiltà della città e del territorio bresciano si costituiva la Fondazione Civiltà Bresciana. Ora, proprio nel trentennale, è a rischio chiusura per mancanza di fondi. Le istituzioni pubbliche, per le note ragioni dovute alla crisi attuale, hanno ridotto drasticamente i loro contributi. La Fondazione ha come finalità la ricerca, la documentazione e lo studio della storia, della vita, delle tradizioni del patrimonio lombardo soprattutto bresciano ed è un’istituzione culturale quale poche altre città, o forse nessuna che io sappia, possano vantare. È dotata di una ricca biblioteca, di un vastissimo archivio storico, di un archivio cartografico e fotografico del territorio, ha curato l’edizione di varie collane inerenti i vari settori della cultura e della vita bresciana. Dal 1985 ad oggi il numero delle pubblicazioni e dei libri editi è di 300 testi. Tra le pubblicazioni assumono particolare importanza l’Atlante Demologico Lombardo con il censimento, mappatura ed analisi delle tradizioni popolari, il Codice Diplomatico Bresciano con la raccolta in microfilm delle pergamene bresciane, antecedenti al 1300, giacenti dispersi in archivi pubblici e privati di diverse città italiane, nonché documenti notarili antichi. Di interesse attuale è la pubblicazione dell’Atlante Lessicale Bresciano che indaga lo stato attuale del nostro dialetto, le sue diversità locali, le peculiarità e proprietà linguistica. Nella biblioteca è consultabile tutto l’imponente materiale utilizzato per la compilazione della poderosa opera in 22 volumi di Mons. Antonio Fappani, l’Enciclopedia Bresciana ora in fase di aggiornamento e revisione. Oltre a quanto qui succintamente ho elencato, la Fondazione si è sempre fatta promotrice di eventi, mostre, convegni, seminari e rassegne di grande attualità e istituito borse di studio per studenti meritevoli. Ha promosso l’istituzione del museo del Ferro-Fucina di S. Bartolomeo, il Centro di Documentazione per la storia e l’arte del Ferro, Il Centro di documentazione per la Storia dell’agricoltura e l’ambiente, il Centro documentazione e ricerche musicali ed altro ancora. L’attività, come si vede, spazia in tutti i campi non solo del passato, ma anche, soprattutto, del presente. È una fucina di iniziative culturali che toccano la «brescianità» non solo della città, ma anche di tutte le altre comunità locali grandi e piccole della nostra provincia. Ritengo che la Fondazione Civiltà Bresciana, ora in serio pericolo di estinzione, meriti maggior attenzione e vada aiutata, non a sopravvivere, ma a vivere degnamente inserita nel circuito delle altre realtà culturali. Auspico che il Comune di Brescia si renda conto dell’importanza del problema e possa farsi parte attiva, cercando anche di coinvolgere tutti gli altri enti pubblici e privati. La cultura della «Brescianità» va promossa e salvata ad ogni costo. Giovanni Scandolara Brescia
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