Sono le Camere che danno vita ad un governo

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Si sostiene, in questi ultimi tempi, che con la formazione del nuovo Governo, presieduto da Matteo Renzi, siamo al terzo Presidente del Consiglio dei Ministri non eletto direttamente dal popolo. L’ultimo sarebbe stato Silvio Berlusconi. Questa affermazione non corrisponde al vero, in quanto la Costituzione della Repubblica non prevede l’elezione diretta del Capo del Governo. Infatti, all’articolo 92, la Costituzione stabilisce che «Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i Ministri». Siamo, pertanto, in presenza di una ben definita prerogativa del Presidente della Repubblica, il quale nomina Presidente del Consiglio dei Ministri la persona (parlamentare o no) che sia presumibilmente in grado di raccogliere in Parlamento (Camera dei Deputati e Senato della Repubblica) una maggioranza che conceda la fiducia al Governo, secondo quanto previsto dal primo comma dell’articolo 94 della Carta costituzionale: «Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere». Allora, mi domando per quale ragione si debba sostenere una tesi del tutto non corrispondente alla previsione costituzionale, da parte di alcuni politici, i quali potrebbero anche farlo per motivi puramente strumentali e di certo non condivisibili, ma non vi è ragione perché lo facciano, alcuni organi di informazione che dovrebbero dare esempio di perfetta conoscenza del testo costituzionale e riferirne con conseguente correttezza, non dovendo avere altre e diverse finalità. Anche perché si viene, in tal modo, a dare vita (inconsapevolmente o meno) ad una doppia norma costituzionale: quella formale vigente e quella «sostanziale» che si vorrebbe fosse, ma che tale non è. Succede infatti che, a forza di accreditare metodologie seppure legislativamente non previste, la maggior parte dei cittadini non può finire che per crederci; posto, per altro, che non tutti possono o vogliono occuparsi di architettura costituzionale. E, proprio per evitare l’ entrata in scena di norme costituzionali di fantasia, parallele alle vigenti ed uniche applicabili, mi sembra opportuno che si levi in simili frangenti qualche voce per mettere in chiaro la reale situazione legislativa, soprattutto quando si tratta di temi aventi forte rilevanza costituzionale. Esterino Caleffi Desenzano del Garda

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