Smog da abbattere ma valutando il modello migliore

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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Da ben dieci anni mi batto, con articoli su giornali a mie spese (in virtù anche della concreta esperienza da ben ventotto anni di utilizzo nella mia azienda di numerose auto elettriche ed ibride) contro l’assurda proposta Ue che dal 2035 vuole vietare i motori termici. Proposta assurda, inutile e dannosa che sta creando solo confusione con conseguente paralisi in tutto il comparto dell’automotive. Proprio in questi giorni un esponente della Toyota (casa tra le numero uno al mondo) ribadisce con fermezza, tramite i media, la politica che ormai da anni stanno portando avanti con successo e convinzione: e cioè che il futuro è dell’auto ibrida, mentre l’elettrica resterà una piccola nicchia, in pratica sarà la seconda auto per la città e dintorni vicini. Poi per le ibride si faranno strada anche i carburanti più ecologici e, in un lontano futuro, forse anche l’idrogeno. Ho scritto anche una raccomandata personale alla presidente Ursula von der Leyen, che mi ha risposto con idee vaghe e ben poco concrete, ma facendo comunque capire che il provvedimento per il 2035 non si tocca. Ma possibile che una persona così influente nelle decisioni Ue si senta più competente di dirigenti nientemeno che della Toyota (ignorando anche l’esperienza, sia pur modesta, ma concreta di un industriale che utilizza questi veicoli da ben ventotto anni...)! Come si fa ad ipotizzare che in futuro i più di due miliardi di auto che circolano debbano essere tutte elettriche? Lo capisce anche un mio nipotino di 10 anni... Se l’Ue non cambia idea, compreremo auto ibride di produzione non europea, mentre le nostre case automobilistiche, nella peggiore delle ipotesi, spariranno. Questa proposta insensata è la vera causa dell’attuale stagnazione da più di due anni nel mondo del lavoro, soprattutto nella meccanica, linfa vitale per la nostra provincia.

Alberto Triboldi

Tanta stima, caro Alberto, cavaliere senza paura - e che mette soldi di tasca sua - non già all’attacco dei mulini a vento, bensì in difesa di pistoni e bielle del motore a scoppio, almeno nella versione ibrida. Ci perdonerà l’ironia. Non è per mancarle di rispetto, bensì per dare un pizzico di lievità a una battaglia seria, così come sincera è l’ammirazione per la passione che la anima. Di più. Lei ci fa da esempio e insieme da monito, per tutte le volte che ci lasciamo cadere le braccia o ci sentiamo stanchi e demotivati per qualcosa che abbiamo a cuore e rinunciamo a lottare, pensando che provvederà qualcun altro a condurre la battaglia. Lei, caro Alberto, incarna un cittadino - oltre un imprenditore - modello, un individuo che non si piega al vento che soffia contro e ha l’ardire di trattare con il potente faccia a faccia. Ci ricorda uno dei nostri film preferiti, con James Stewart: «Il signor Smith va a Washington». Non si arrenda allora. Noi siamo con lei, con l’obiettivo di abbattere drasticamente le emissioni, decidendo quale limite introdurre, lasciando libertà a ciascuno sul modo in cui raggiungerlo. (g. bar.)

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