Senza patente una vita normale è impossibile

INVALIDO CIVILE
AA

Mi presento a voi per richiamare la vostra attenzione sulla mia vicenda. Mi chiamo Antonino Fanara, ho 33 anni e vivo a Brescia. Dal gennaio del 2003 sono invalido civile a causa di un'emorragia celebrale che mi ha causato una emiparesi alla parte sinistra del corpo. Grazie alle sedute riabilitative alle quali mi sono sottoposto e a cui tutt'ora mi sottopongo, completamente a mio carico in quanto non percepisco nessun sussidio statale, ed alla mia forza di volontà, ho fortunatamente recuperato per essere autosufficiente, quantomeno al minimo indispensabile.
L'anno successivo all'accaduto mi sono presentato alla commissione dell'Asl di Brescia per conseguire la trasformazione della patente B, già in mio possesso dall'anno 1996, in patente B speciale per disabili. Presentando tutta la documentazione necessaria ho ottenuto il rilascio della nuova patente, a cui avrà seguito il normale rinnovo dopo 5 anni. Nel 2009 cade, appunto, la scadenza del rinnovo, presento la stessa documentazione medica, cioè quella di 5 anni prima, ma purtroppo non vengo considerato idoneo.
La motivazione che mi viene fornita è stata che, in base all'articolo 119 del Codice della Strada, il campo visivo binoculare deve essere «normale», mentre il referto medico presentato evidenzia che il mio campo visivo binoculare è del 70%, pertanto non idoneo a nessun tipo di patente. Già di per sé giudico soggettiva la definizione «normale» nell'identificare un campo visivo, ma il punto non è questo.
L'aspetto che mi viene difficile accettare e, soprattutto, comprendere, è che la legge a cui hanno fatto riferimento, ovvero l'articolo 119 del Codice della Strada, era in vigore già dal 2002 quindi ben 2 anni prima del momento in cui ho richiesto la patente per disabili, e se valeva allora perché oggi non vale più quella regola che mi aveva permesso, a suo tempo, di ricevere la patente «speciale»?
Vorrei anche precisare che in questi 5 anni non ho avuto incidenti stradali di alcun tipo, nè per mia colpa nè per colpa altrui, ciò a dimostrazione che la mia guida è stata diligente, pur avendo un campo visivo binoculare non «normale». Ho ascoltato il parere di vari medici specialistici nel campo oculistico, professionisti stimati e molto conosciuti di Brescia e di Milano, ma tutti concordi nella diagnosi: «campo visivo binoculare stazionario», ciò vuol dire che dal 2003/2004 ad oggi il referto medico presentato alla commissione riporta lo stesso risultato.
Allora mi chiedo, perché sono stato ritenuto idoneo alla guida nel 2004 ed oggi, al rinnovo con la stessa situazione clinica, non lo sono? Di fronte al parere negativo della commissione ho fatto immediatamente ricorso al Ministero dei trasporti, ma nonostante il parere positivi dei medici che mi hanno visitato, ho ricevuto, ahimè, l'ulteriore risposta negativa. Anche in questo caso la motivazione fornita è stata che il mio campo visivo non è idoneo in base all'articolo 119 del Codice della Strada, e ancora una volta nessuno dà risposte alla mia domanda, ovvero perché nel 2004 un trattamento e oggi un altro.
I costi a mio carico per questa pratica continuano ad aumentare, e per un disabile che percepisce lo stipendio di un operaio e che deve pagarsi ogni tipo di cure e riabilitazioni, questi costi hanno un peso assolutamente non indifferente. Ma ciò non mi ha fatto demordere nella convinzione che deve esistere un minimo di diritto ad avere una giustizia e che questa giustizia non penalizzi chi lo è già per natura o per disgrazia, e per questo decido pochi mesi fa di fare appello al Tar di Brescia, appoggiandomi ovviamente ad un avvocato rappresentandomi nelle varie istanze davanti al giudice.
Questo tribunale mi chiede di ripetere l'esame agli Spedali Civili di Brescia, l'esito è nuovamente uguale a quelli da me già presentati, ma ancora una volta mi viene negata la possibilità di tornare in possesso della patente di guida. Ma la cosa più beffarda è quella che a distanza di qualche mese mi è arrivata a casa la fattura per le spese mediche per l'esame richiesto dal Giudice per l'importo da pagare di 800 euro. Esame che già avevo presentato da privato e che avevo pagato molto meno.
È vero, non demordo, ma ogni giorno che passa mi viene difficile interpretare cos'è giusto e cos'è sbagliato. Chi stabilisce le leggi ma soprattutto chi interpreta dovrebbe anche sapersi porre dalla parte di chi subisce queste decisioni. Nonostante la mia situazione fisica sono stato fino al ritiro della patente del tutto autonomo, potevo uscire con gli amici semplicemente per avere compagnia con dei miei coetanei, potevo anche solo ipotizzare di raggiungere l'obiettivo di andare a vivere da solo, potevo uscire con una ragazza e portarla a cena, potevo spostarmi anche se i miei genitori non c'erano, ma senza l'uso dell'autovettura mi trovo costretto a dover dipendere esclusivamente dai miei genitori. Mi accompagnano a lavoro tutta la settimana per ben 4 volte al giorno, mi accompagnano ogni giorno alla ginnastica riabilitativa.
Chi guida un'automobile oggi poco nota quali siano i vantaggi perché già lo possono fare e ciò è comprensibilissimo, ma per me che purtroppo già ho una serie di handicap assume un significato particolare e soprattutto molto più importante, cioè quello di poter cercare di fare una vita normale, quella vita che vorrei percorrere guardando avanti con un sorriso in più sul viso.
Antonino Fanara
Castenedolo

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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