Se via Goletto è dissestata e piena di buche

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Sabato scorso sono caduto scendendo a piedi da via Goletto, nel tratto pedonale appena sopra il bivio con la parte carrozzabile, procurandomi frattura del polso destro e caviglia sinistra: operato al mattino della domenica, dimesso martedì, ne avrò, se tutto andrà bene, per almeno due mesi di convalescenza, oltre alla riabilitazione della mano (sono medico dentista), bloccato forzatamente in casa ed amorevolmente accudito nelle necessità quotidiane da mia moglie. Lei mi dirà: embè? Non sarai l’unico che cade e si fa male, ringrazia di non aver picchiato la capoccia e buona guarigione. Ecco, mi consenta però due parole di spiegazione sul perché di questa lettera. Ho la fortuna di abitare in una vecchia casa dei miei nonni sui ronchi di San Rocchino, zona poco cementificata nel secondo dopo guerra, e scendo tutti i giorni in città per recarmi al lavoro da via Goletto, un vecchio sentiero pedonale per la più parte, che è anche una delle vie di accesso ai sentieri della Maddalena più conosciute e frequentate dai bresciani. Questo tratto di via Goletto che parte da via San Rocchino ed arriva fino al piazzale Olini, è nel primo breve tratto asfaltato e carrozzabile, ma ben presto si fa erto, stretto e con il fondo acciottolato, ad uso esclusivamente pedonale: la sistemazione attuale del fondo di questo tratto pedonale venne eseguita circa 20 anni fa dall’allora Asm fino al civico n. 23. Successivamente la sistemazione venne completata nel tratto successivo fino al piazzale Olini (il Goletto dei bresciani) dalla Amministrazione comunale tramite il neo istituito Parco delle Colline, di cui un gran tratto di via Goletto fa parte: opera notevole, ben eseguita e meritoria, poiché rese riutilizzabile un sentiero storico dei Ronchi che nel tempo era stato completamente abbandonato. Orbene, come tutte le cose, anche questa richiede manutenzione, che venne eseguita puntualmente nei primi anni (certamente dal Comune, ma non so da che ufficio). Ma, complice forse anche il venir meno dei fondi comunali e dell’attenzione che di solito si presta alle cose nuove, negli anni la manutenzione si è fatta sempre più sporadica e meno puntuale, consentendo il formarsi di alcune piccole brecce nell’acciottolato, la ricrescita di erbacce ed arbusti lungo il percorso, il totale interramento delle griglie di raccolta dell’acqua, mai più pulite da anni; le piccole brecce dell’acciottolato, da me inizialmente riparate con malta e cazzuola, si sono via via allargate e trasformate in vere lacune dove i ciottoli staccati rotolano liberamente, l’acqua piovana ristagna, ghiaccia d’inverno e ne fa staccare altri, fino ad arrivare alla situazione attuale. Due anni fa segnalai all’ufficio del Parco delle colline, lo stato del degrado incombente del sentiero, ed anche la pericolosità dello stesso, data la presenza di buche e ciottoli non fissati, ma il risultato fu che venni rimpallato all’Ufficio strade, da cui un incaricato mi rispose per iscritto che la manutenzione di via Goletto non era di loro competenza, rimandandomi al Parco delle colline (ehh, nello scaricabarile le Pubbliche amministrazioni non hanno pari...). Poiché via Goletto risultava una strada «vicinale», la manutenzione competeva ai proprietari dei fondi che confinavano con la stessa via (e dei quali io non faccio parte)!! E vai con lo scaricabarile: qui si parla di diritto medievale, feudi, vicinie, diritti di passaggio, quasi quasi mi sovviene il Passator Cortese... mamma mia!! Eppure, all’inizio, la manutenzione era eseguita annualmente!! Lasciai perdere. Ma di fronte al continuo deteriorarsi della situazione della stradina, quest’anno, in settembre, sono tornato alla carica, ricontattando la stessa persona, scattando ed inviando nuove foto e pregando affinché l’Amministrazione comunale, pur stretta in bilanci non più floridi come un tempo, trovasse qualche migliaio di euro da destinare alla risistemazione della stradina, prima che vada completamente alla malora. Che so, magari, se il Comune pitturasse qualche palo della illuminazione pubblica in meno (ma era proprio necessario? Quanto costa ogni palo ridipinto di bluette?) e destinasse qualche mille euro in più alla manutenzione del Parco delle Colline, magari, magari... oggi non le avrei dovuto scrivere. Chissà! Le cortesi persone che mi hanno soccorso sabato possono testimoniare quante volte succede, a chi passa da li, di scivolare od inciampare, a me stavolta è andata peggio.

// Dr. Massimo Panizza
Brescia

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