«Se mi picchi mi illumino» Pubblicità stupida
Non ho mai scritto a nessun giornale perché non ne ho mai avuto il tempo e forse neanche le ragioni. Stavolta però voglio gridare al mondo la mia indignazione per la superficialità di certi messaggi pubblicitari. Stavo passeggiando con mio figlio di sei anni. Ad un certo punto è stato attratto dalla vetrina di una tabaccheria che vende anche giocattoli. Mi sono avvicinata e non credevo ai miei occhi: a sostegno della vendita di un pupazzo il negoziante ha scritto un biglietto a caratteri cubitali che recita: «se mi picchi, mi illumino». Mi chiedo quale mente abbia potuto produrre un messaggio di questo tipo. In genere la pubblicità trasmette messaggi positivi. Ma questo? Come si può invitare a usare la violenza, anche se su un orsetto? Fortunatamente i bambini piccoli non sanno leggere, ma gli altri? Picchiare un pupazzo per illuminarlo è forse un’azione da suggerire o promuovere? Direttore, mi dica lei cosa ne pensa. Già la nostra vita e quella dei nostri figli è invasa di azioni e storie di violenza. Cosa si può fare per impedire che vengano diffusi messaggi di questo tipo? Non crede che andrebbero puniti in qualche modo?
// Lettera firmata Il direttore risponde In commercio, la punizione vera è non comperare. Ma in questo caso c’è dell’altro. E spero solo superficialità. Invito quel tabaccaio a togliere (o cambiare) l’imbarazzante biglietto rosa che fa bella mostra di sé in vetrina, accanto al pupazzetto giallo. Scrivere «se mi coccoli (o se mi stringi) mi illumino», non è forse meglio? (n.v.)Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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