Se l’abbonamento induce in errore Serve più chiarezza

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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Mia figlia di 16 anni deve utilizzare il servizio pubblico di trasporto in città per circa 5/6 giorni e decido di acquistare un biglietto settimanale del costo di oltre 10 euro. Mi reco quindi in una rivendita dove chiedo un biglietto settimanale del trasporto pubblico cittadino e la cortese venditrice mi informa che devo timbrarlo solo una volta atteso che dalla data di validazione varrà sette giorni, scritta ben chiara e in grassetto e riportata sul fronte e retro biglietto (settimanale). La domenica successiva mia figlia prende il mezzo pubblico e diligentemente convalida il biglietto. Quattro giorni dopo prende la Metro e viene successivamente fermata per un controllo del biglietto che mostra all’addetta, la quale, con toni utilizzabili con i normali «portoghesi» (e mi limito a questo perché l’educazione la ritengo patrimonio di carattere personale), la sanziona di euro 39,00, per la mancanza del titolo di viaggio. Piangendo a dirotto e cercando di capire perché viene sanzionata, emerge l’inverosimile che pongo all’attenzione di tutti i cittadini bresciani. Il biglietto acquistato vale 7 giorni, ma solo se validato il lunedì, atteso che comunque e sempre scade alla domenica successiva; in fatto, avendo mia figlia utilizzato la prima volta il biglietto la domenica mattina, lo stesso è scaduto la stessa domenica alle ore 24.00. Come dire: vale 7 giorni, ma attento perché potrebbe valere anche solo 1 giorno. Devo peraltro osservare che il meccanismo di validità settimanale legato alla prima validazione del lunedì è in effetti riportato sul biglietto da viaggio, scritto con caratteri inferiori e non in grassetto rispetto alla scritta «settimanale» e sono certo che qualsiasi cittadino che acquista tale titolo di viaggio si affretti normalmente a leggere tutto quanto scritto; cosa che io, mia moglie e mia figlia ovviamente e per nostra colpa non abbiamo fatto. Non comprendo le difficoltà nel farlo valere 7 giorni pieni dalla data della prima obliterazione, ma certamente il porlo in vendita con scritta settimanale con carattere maggiore in grassetto e quindi in modo visibilmente impattante, può certamente indurre in errore chi lo acquista. Forse era meglio scrivere semplicemente: «valido dal lunedì alla domenica successiva» scritta chiara e che non poteva indurre nessuno in errore; ma forse era troppo complesso.
Alessandro Stefana

Caro Alessandro,

essendo lei avvocato sa bene che l’ignoranza della legge non è una scusante, tuttavia pubblichiamo volentieri la sua lettera poiché il punto del discorso non è questo, bensì il dovere dell’autorità - specialmente quella che sovrintende un servizi pubblico - di esser chiara.

In questo le diamo pienamente ragione e ci auguriamo che vi si ponga rimedio. Anche perché siamo tutti bravi a voler incentivato l’utilizzo del trasporto pubblico, ma se la risposta è il tollerare balzi e balzelli, gradini e inciampi, allora risulteremmo ipocriti, oltre che poco lungimiranti.

Forse il trasporto pubblico gratuito - come avviene a Tallin o a Montepellier - dalle nostre parti è un’utopia, se almeno però lo si facilitasse eliminando complicazioni e sorprese negative sarebbe un primo passo.

Attendiamo fiduciosi la risposta di Brescia Mobilità in merito. (g. bar.)

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