Se avere un figlio diventa un lusso

FAMIGLIA
AA

Sono solo una mamma di 26 anni che lavora e si è permessa di mettere al mondo un figlio.
Un'immensa fortuna, ma passati i primi tre mesi di maternità obbligatoria, totalmente retribuita, si affaccia il problema: a chi affidare il tuo gioiello?
Sì perché devi rientrare al lavoro, il mutuo trentennale per la casa, il finanziamento per la macchina, le rate dell'amministratore, la benzina che continua a salire poi si sa, si deve pur mangiare, tutto questo non lascia spazio ad ulteriori astensioni facoltative pagate più o meno intorno al 30%.
Diciamo la verità, la prima scelta sono i buoni e cari nonni. Dalla loro l'esperienza, l'amore incondizionato per il nuovo nato e il costo zero, di contro qualche acciacco dell'età e il diritto di godersi in pace la pensione dopo una vita di lavoro.
Ma se questa possibilità manca?
Ovvio, tranquilli e sorridenti arriviamo in Comune a depositare la domanda per l'asilo nido e qui il sogno bruscamente si interrompe.
Io non sapevo di dover iscrivere mio figlio quando ancora nuotava nella mia pancia, anzi, quando il test di gravidanza per la prima volta mi ha segnato un bel positivo. Liste d'attesa chilometriche con l'unica speranza che al fotofinish si liberi un posto per la tua creatura e se il miracolo dovesse accadere, quando ancora stai esultando, precipiti a terra schiacciato dalla retta.
Cinque fasce di reddito e tu scopri che sei nell'ultima solo perché, ringraziando il cielo, sia tu che tuo marito lavorate full-time portando a casa due stipendi, e tu ti domandi come sia possibile, ci dev'essere senz'altro uno sbaglio, non puoi permetterti di pagare 500,00 € al mese.
Un attimo però, e le detrazioni? Io ho un mutuo che mi porta via uno stipendio intero, conteggio quello così pagherò meno, e qui ennesima mazzata!
Scopri con tua grande gioia che non puoi detrarre proprio nulla, solo un eventuale affitto; sì, perché per lo Stato o sei affittuario o sei proprietario punto. A questo proposito però vorrei semplicemente far presente a questi signori che ci governano che se non pago le rate del mutuo smetto di essere proprietaria alla velocità della luce. La casa che sto pagando di fondo non è mia ma della banca che notoriamente non è un ente di beneficenza e se non paghi si riprende capre e cavoli.
Quindi ti restano due scelte, accettare il costo dell'asilo nido, ben sapendo che per tre anni uscirà dalle tue casse più denaro di quello che ci entra, o licenziarti e stare a casa con tuo figlio. Di questi tempi la risposta credo sia ovvia, abbandonare un posto di lavoro sicuro sarebbe pura follia.
Non bastasse tutto questo potresti trovarti per caso a leggere un articolo che riporta la spesa media delle famiglie per gli asili nido in Italia scoprendo che la Lombardia è al primo posto con 402,00 € mentre altri genitori in diverse regioni se la cavano con 200,00 € circa o anche meno.
Allora si può spendere meno non è utopia! Ma il costo di un bambino per lo Stato non dovrebbe essere uguale sia al nord che al sud?
In fondo io sono solo una mamma che lavora e si è permessa di mettere al mondo un figlio è vero, ma come me tante altre, e pur ringraziando di avere un lavoro e la salute non riesco a placare la mia insoddisfazione e la mia rabbia nei confronti di uno Stato per il quale avere un figlio è considerato un lusso per pochi.
Anna Bettazza
Villa Carcina

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato