Sarebbe meglio ascoltare anche le lamentele

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Leggo sui quotidiani locali che il dr. Scarcella, direttore dell'Asl, ha avuto molti consensi per l'operato della struttura che dirige, ma penso che il plauso vada condiviso con chi opera in prima linea: medici, infermieri, personale impiegatizio. Se la barca va, è perché ci sono ottimi rematori.
Sempre il dirigente sanitario, nonostante la dr.ssa Margherita Peroni, presidente Commissione Sanitaria della Regione Lombardia mi abbia fissato un appuntamento da quasi un mese, non s'è fatto ancora vivo. E mi chiedo il perché? Non pretendo di essere accolto con tappeto rosso, ma per avere chiarimenti sulle nuove procedure Asl e sui (dis)servizi agli anziani, in qualità di presidente di una Associazione di volontariato che assiste gli anziani e che assieme ai suoi volontari presta la sua opera gratuitamente.
Mi riferisco agli ausili per incontinenti, cioè i pannoloni. Attualmente questi vengono portati a domicilio (contro ogni privacy), ma poiché le misure variano da marca a marca, nel 90% dei casi devono essere sostituiti.
La persona anziana o la badante devono tornare all'Asl, dove personale molto gentile e disponibile sostituisce i pannoloni con un'altra misura. Disagio per gli anziani e per le badanti sia per la difficoltà della lingua, sia perché devono lasciare sola la persona che accudiscono.
Perché come ben sanno chi è vicino a questi problemi, quando questi ausili non vanno bene, perché larghi o stretti, possono recare gravi danni alla persona specialmente se questa è allettata, sia igienici, sia provocando piaghe da decubito, con necessità, talvolta, di ricovero in una struttura ospedaliera.
Ma oltre alle atroci sofferenze, quanto costa tutto questo alla Sanità? Sappiamo che il costo giornaliero di una giornata di degenza ospedaliera equivale ad un anno di fornitura di pannoloni (tanto paga Bortolo!). Non sarebbe meglio tornare alla «vecchia maniera», si eviterebbero molti problemi se si potessero ritirare i prodotti in Farmacia!
Ancora, invito il direttore generale e il direttore sanitario a recarsi una mattina in una sala d'attesa dell'Asl per sentire le lamentele e (forse) potrebbero apportare migliorie per creare meno disagio a persone di per se già debilitate.
Si stava meglio quando si stava peggio. Mi ricordo quando direttore sanitario era il dr.Tonini, non c'erano segretarie, e nemmeno tanti salamelecchi, si parlava, anche in dialetto bresciano e ci si capiva. Ora se non sei uno che conta non vali nulla, non ti riceve nessuno, hanno inventato l'Urp. (Ufficio relazioni pubblico), e così i «signori» possono lavarsene le mani.
Gianni Bertolotti
Presidente Gruppo
Campomarte
Brescia

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