Rimettiamo in sesto quel sentiero che sale in Maddalena

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Approfittando della domenica di bel tempo mi sono recato - come molti altri bresciani - a fare una passeggiata sul monte Maddalena con la famiglia. Ho percorso con molto piacere, a distanza di molti anni dall’ultima mia escursione, il sentiero che collega il San Gottardo alla vecchia «cascina Margherita», identificato con il n. 907. Al ritorno, per non ripetere il tragitto dell’andata, abbiamo seguito le indicazioni - peraltro molto chiare in ogni punto del percorso - che ci hanno portato sul sentiero n. 905, che corre in parallelo al n. 907, solamente un centinaio di metri più in basso. Con mio grande stupore, ci siamo trovati ad affrontare alcune difficoltà che hanno rischiato di compromettere la nostra domenica di svago ed anche la nostra incolumità: ci siamo imbattuti in alcuni tratti di sentiero piuttosto esposti, non adatti ad una famiglia in gita domenicale, un paio di ripide discese con gradoni impegnativi, alcuni pezzi di sentieri particolarmente scivolosi o parzialmente franati; e per fortuna che da diverse settimane non è piovuto, altrimenti avremmo dovuto affrontare condizioni ben più pericolose, anche se muniti del corretto equipaggiamento da montagna. Con calma ed attenzione siamo riusciti a portare a termine l’escursione: abbiamo una sufficiente esperienza in montagna per affrontare una situazione di questo tipo, ma sicuramente il percorso di rientro al San Gottardo non è stato piacevole e divertente come quello di andata. Il sentiero n. 905, nel tratto tra la cascina Margherita ed il San Gottardo, non deve essere affrontato con leggerezza o con le classiche scarpe da ginnastica dell’escursionista domenicale medio. Sarebbe opportuno segnalare in maniera adeguata la sua difficoltà, specialmente se percorso partendo dalla cascina Margherita e quindi in discesa, esattamente come vengono segnalate con bollini rossi o neri le difficoltà delle piste da discesa per mountain bike che partono dalla cascina Margherita stessa.

// Vittorio Giongo Gentile lettore, un paio di settimane fa su quel sentiero ho constatato di persona la pericolosità di certi tratti in forte pendenza ridotti a fanghiglia dal disgelo diurno. Proprio perché è un luogo amato e frequentato dai bresciani (l’attenzione con cui ci vengono segnalati i problemi lo conferma), la Maddalena merita una particolare attenzione nella gestione. Per prevenire gli incendi (che l’hanno sfregiata nelle scorse settimane) e per renderne fruibili per tutti le pendici con sentieri messi in sicurezza. L’importante è che la «montagna dei bresciani» non finisca per esser trascurata, tra le pieghe della polemica in atto sul parco delle colline (ne parliamo a pagina 12) e sulle competenze relative alla gestione di un prezioso angolo del territorio bresciano. (g.c.)

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