Riflessioni su una morte dopo l’incidente
AA
Venerdì 19 Luglio è spirata Elsa a seguito di un incidente stradale accaduto il giorno prima: percorreva la pista ciclabile in Via Marconi in direzione centro ma un’automobile ha attraversato la pista ciclabile per immettersi in una strada laterale, senza vederla e facendola cadere.Elsa era una signora gentile ed allegra, socia della nostra Associazione e del Cai; immagino che prima della disgrazia stesse sorridendo, perché pedalare all’ombra dei platani di Via Marconi è piacevole. Non possiamo dire «è stata una disgrazia», ma nemmeno cercare facili colpevoli (sulle responsabilità legali si pronunceranno le autorità competenti). Bisogna, come sempre di fronte ad un problema, chiederci come fare perché non si ripeta. L’automobile è la prima causa di morte per i cittadini dai 18 ai 30 anni. Grazie agli interventi di prevenzione, gli incidenti mortali si sono quasi dimezzati negli ultimi 10 anni, ma quelli che vedono come vittime i pedoni ed i ciclisti non si sono ridotti significativamente. È qui che bisogna intervenire, in particolare in ambito urbano. Tutti, a partire dai ciclisti, che non devono viaggiare di notte senza luci, non devono attraversare sbrigativamente le strade e ignorare i semafori. Ma ancora di più gli automobilisti, che guidano una potenziale arma di distruzione contro gli utenti deboli. In città si deve viaggiare a 50km/h o, ove prescritto, a 30km/h. A queste velocità si vede e si è visti e l’eventuale impatto è più raramente causa di incidenti gravi. Quasi tutti noi, me compreso, abbiamo acquisito pian piano la mentalità che la strada serve per l’automobile. Perciò la presenza ed i diritti degli altri utenti sono dimenticati o quantomeno sottostimati. Solo da poco e solo alcuni di noi, per esempio, stanno iniziando a rispettare gli attraversamenti pedonali; ed il pedone, sorpreso, ringrazia. Ma perché ringrazia? L’automobilista sta semplicemente rispettando una regola. Forse che, quando un’auto si ferma al semaforo rosso, il guidatore dell’auto che parte col verde ringrazia? Il fatto è che l’asservimento di un auto ad un pedone esce dal paradigma che abbiamo assimilato, che vede l’auto come utente prioritario della strada. È per questo paradigma che le auto sostano sulle ciclabili, sui marciapiedi, sulle strisce. È per questo paradigma che, alle intersezioni, passiamo su attraversamenti pedonali e piste ciclabili senza preoccuparci di verificare, in tutte le condizioni di visibilità, se non stia sopraggiungendo un pedone o una bici. Si deve modificare la strategia di gestione del traffico. Qui entra in gioco l’Amministrazione, in particolare quella comunale se si parla della città. Il primo obiettivo deve essere quello di garantire la sicurezza e la salute dei cittadini, tutti. Il secondo quello di permettere spostamenti rapidi ed efficienti ai cittadini, tutti. Se si condivide questa gerarchia, gli interventi devono essere conseguenti. Nello specifico, relativamente agli interventi per i ciclisti, noi pensiamo che si debba in primo luogo agire per porre in risalto la presenza del ciclista e dargli pari dignità sulla strada. Fondamentale in questo senso, come ci insegnano gli studi di altri paesi europei, è la costituzione di una rete di percorsi ciclabili attrattivi, continui, ben segnalati.
Rispettare le regole. Cambiare la mente. Strade a misura di uomo. Giorgio Guzzoni Presidente di FIAB-Amici della Bici di Brescia
Rispettare le regole. Cambiare la mente. Strade a misura di uomo. Giorgio Guzzoni Presidente di FIAB-Amici della Bici di Brescia
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